venerdì 13 maggio 2016

Una favola della buona notte


In questi giorni mi chiedevo: “Perché non pubblicare qualche poesia o racconto?”, non mi sembra una cattiva idea in fondo, dopotutto pubblico sempre e solo articoli scemi o che trattano di scienza.

Ma allora perché non pubblicare favole? Per bambini! O racconti o altro ancora, la sera prima di andare a dormire. Ed eccomi qui a condividere con voi il mio lato “emotivo”, testi che hanno caratterizzato la mia infanzia e la mia vita. Oggi vi propongo “A inventare i numeri”, favola di Gianni Rodari che fa parte della raccolta Favole al Telefono, del 1962, che mio padre mi leggeva da piccola e di cui ricordo molte favole a memoria (come questa).

Per giunta non sono le solite favole, ma sono folli, pazzie, senza senso. Meravigliose! Proprio come la mente dei bambini e proprio come ogni adulto. E quindi oggi inventiamo numeri!

A inventare i numeri

         - Inventiamo dei numeri?
       - Inventiamoli, comincio io. Quasi uno, quasi due, quasi tre, quasi quattro, quasi cinque, quasi sei.
    - È troppo poco. Senti questi: uno stramilione di biliardoni, un ottone di millantoni, un meravigliardo e un meraviglione.
        - Io allora inventerò una tabellina:
                                       tre per uno Trento e Belluno
                                       tre per due bistecca di bue
                                       tre per tre latte e caffè
                                       tre per quattro cioccolato
                                       tre per cinque malelingue
                                       tre per sei patrizi e plebei
                                       tre per sette torta a fette
                                       tre per otto piselli e risotto
                                       tre per nove scarpe nuove
                                       tre per dieci pasta e ceci.
          - Quanto costa questa pasta?
          - Due tirate d'orecchi.
          - Quanto c'è da qui a Milano?
          - Mille chilometri nuovi, un chilometro usato e sette cioccolatini.
          - Quanto pesa una lacrima?
       - Secondo: la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra.
          - Quanto è lunga questa favola?
          - Troppo.
       - Allora inventiamo in fretta altri numeri per finire. Li dico io, alla maniera di Modena: unci dunci trinci, quara quarinci, miri miminci, un fan dès.
         - E io li dico alla maniera di Roma: unzi donzi trenzi, quale qualinzi, mele melinzi, riffe raffe e dieci.



Spero vi sia piaciuta, e ora vi chiedo: che favole o libri vi leggevano i vostri genitori quando eravate bambini?

Andrà lontano? Farà fortuna? Raddrizzerà tutte le cose storte di questo mondo? Noi non lo sappiamo, perché egli sta ancora marciando con il coraggio e la decisione del primo giorno. Possiamo solo augurargli, di tutto cuore: - Buon Viaggio!


Il giovane Gambero, Favole al Telefono

5 commenti:

  1. Risposte
    1. Anche io :) poi tu hai una splendida voce quindi sarebbero una meraviglia da ascoltare!

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    2. Grazie! Vi ho promesso anche una fiaba, prima o poi, e lo farò. Abbi fiducia :)

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  2. Adoro le fiabe e da quando è nato mio figlio ho la fortuna di poterne leggere molte :)
    Mi sono iscritta con grande piacere tra i tuoi lettori fissi (sono la nr 14), se ti va di ricambiare, o anche solo se ti va di dare un'occhiata al mio blog, mi trovi su www.mammatoday.com
    Un abbraccio,
    Angi

    www.mammatoday.com

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    1. Che bello avere un bambino! Io nel mio caso le leggo alla mia figlioccia o ai miei cuginetti :) Grazie, mi fa molto piacere che ti sia iscritta, ricambio volentieri! Un abbraccio anche a te ;)

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