venerdì 30 ottobre 2015

L’ Arte di Agar



Pensate che i batteri siano noiosi, orrendi e assolutamente fastidiosi? Sbagliato! La prova che smentisce ciò è costituita dal concorso annuale “Agar Art Competition” istituito dall’ American Society for Microbiology.

Per questo evento, microbiologi e artisti devono creare un disegno costituito interamente da colonie di batteri, funghi e agenti microbiologici su una piastra di Petri riempita di agar, un polisaccaride usato come base gelificante per creare un terreno di coltura per microorganismi, quali i batteri.

Il risultato? È favoloso. Chi mai avrebbe pensato che dai batteri si potessero ricavare delle tali (e potenzialmente pericolose se non fossero fissate con resina epossidica in modo da evitare qualunque rischio) opere d’ arte? Non mi dilungherò troppo in chiacchiere e vi faccio direttamente vedere alcune delle opere più belle realizzate per l’edizione del 2015. Godetevele!




Vincitore del primo premio per l' edizione 2015, "Neurons", Di Mehmet Berkmen del New England Biolabs e Maria Penil. Creato con Nesterenkonia (giallo), Deinococcus (arancione) e Sphingomonas.





Terzo  posto, "Harvest Season", Il Saccharomyces cerevisiae è un tipo di lievito. È l’agente attivo più comune nella maggior parte dei cibi che mangiamo tutti i giorni, come pane, vino e birra, sin dai primi sviluppi della civiltà umana. Questo è uno dei più studiati organismi eucariotici in biologia molecolare e cellulare e ha permesso di scoprire moltissime proteine che oggi sappiamo essere fondamentali all’ essere umano.




"Cell to Cell", una delle creazioni più belle in questa competizione, 
crea una comunicazione tra il mondo microscopico e quello macroscopico. Realizzato con Serratia (rossa) e Nesterenkonia (gialla), rifinita poi con Deinococcus (arancione) e Sphingomonas.



"Cell", realizzato con Nesterenkonia, Deinococcus e Shingomonas.




“Jellyfish”, usando gli stessi agenti dei precedenti Petri, con un tocco in più di bianco dato dal Bacillus, per rappresentare l’ eterna danza di due meduse. 


“Mushrooms”, l’ autore si è ispirato dalle forme biologiche di alcune piante acquatiche per il suo lavoro.



“The Streptomyces Sky”, che da come dice il titolo rappresenta un cielo di Streptomyces coelicolor, un batterio filamentoso gram-positivo. Le colonie di questo batterio quando attraversano una serie di cambiamenti passano da creare singole spore a miceli multicellulari che producono filamenti formando poi delle spore vere e proprie. Nel momento in cui iniziano a crearsi questi filamenti, le colonie assumono una colorazione bianca e una forma che ricorda quella delle stelle.

Quando le colonie di Streptomyces sono soggette a stress, possono produrre un eccesso di composti che sono biologicamente attivi in modo da combattere la minaccia. In questo caso, per fare il colore del cielo, è stato aggiunto un antibiotico (spectinomicina) che ha causato la secrezione di un pigmento blu, in inglese “actinorhodin”, che ha coperto parte del medio creato con farina di soia per dare diverse gradazioni di colore.



“Flowering Sunshine”, creato in un medio moderatamente selettivo, sono stati usati Salmonella, Shigella ed E. coli che hanno assunto colorazioni diverse grazie all’ utilizzo di lattoso, saccarosio e salicina.



“The Starry Night” che prende ispirazione da Vincent van Gogh. I materiali cromogenici presenti nell’ agar hanno rilasciato un composto colorato che quando viene idrolizzato da uno specifico enzima, permette a un particolare batterio di avere un colore diverso su di esso. Il marrone è dato dal Proteus mirabilis, il bianco dall’ Acinetobacter baumanii, il celeste-verde dall’ Enterococcus faecalis, il blu scuro invece è Klebsiella pneumonia.



“Yeast Go Viral”. Creato con lieviti per dimostrare che non tutti i virus sono pericolosi, infatti alcuni tipi di virus micotici inducono la produzione di tossine che uccidono altri virus permettendo all’ organismo che li ospita di crescere senza produrre necessariamente alcuna malattia.



Ecco infine un' onda di candida, opera dell' artista Maria Penil che però non ha partecipato al concorso di quest' anno.

Che ne pensate? Non sono bellissimi? Secondo me sono assolutamete originali! Anche se bisogna ammettere che non tutti i microbiologi sono dei bravi artisti...


Oh beh, almeno ci hanno provato!

Se siete interessati a partecipare, provateci! Vi lascio il link di seguito per iscrivervi alle prossime edizioni:


Spero vi sia piaciuta questa forma d' arte un po' particolare, grazie mille per aver letto il mio post. Al prossimo articolo e buon fine settimana a tutti voi!



13 commenti:

  1. :O WOW

    Non ho capito come fanno a indirizzare la crescita dei batteri in modo tale da far apparire quelle forme. Usano delle sostanze per creare una sorta di corridoio? Cioè la matita che fa il disegno sono questa sostanze e il colore sono i batteri che non possono proliferare al di fuori del "corridoio disegnato". Spero di essermi spiegato

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    1. È piuttosto semplice in realtà, iniziano creando un terreno di coltura apposta a seconda dei batteri che vogliono utilizzare e del colore che gli vogliono dare, mettendolo sul dischetto trasparente (piatto di Petri), poi usano un' ansa sterile (una sottospecie di bastoncino) per prelevare i batteri, funghi o quello che è, e usandola come se fosse una matita li spalmano sul piatto creando un disegno (invisibile, perchè siano visibili bisogna aspettare che si riproducano e crescano). Poi si mette tutto a incubare e si aspetta che le colonie crescano e inizino a far vedere i disegni creati :)
      Dipende poi dal batterio o microorganismo che usi, alcuni microorganismi lasciano strisce pulite e altri che crescono come se fossero macchie e quindi andrebbero oltre i limiti disegnati. Poi ovviamente loro hanno fissato i batteri con delle resine per bloccare la crescita e farli rimanere così come sono.
      Non so se mi sono spiegata bene, perchè è un discorso un po' complesso, ma spero sia chiaro :)

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  2. Che bello! Non avevo mai immaginato che i batteri si potessero usare per fini... artistici!

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    1. Vero? Oh beh almeno sono originali xD
      Ma forse sarebbe meglio evitare di provare a farlo a casa...

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    2. Or mi sovviene una domanda scientifica: i batteri resistono senza degradarsi alle alte temperature necessarie per far reticolare la resina epossidica? Non m'intendo di microrganismi...

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    3. Scusa il ritardo nella risposta! Sono un disastro lo so…
      No, non si degradano, per il fatto che le resine che si usano (es. Epon 812, che viene applicata dopo una serie di eterni passaggi con etanolo 50,70,90 e 100%, tetrossido di osmio 1% e sodio cacodilato) sono reattive e se miscelate con un indurente adatto non hanno bisogno di alte temperature per solidificare formando delle macromolecole legate in un reticolo. Di solito in microbiologia si usano resine che reticolano a 45-60 C o a temperature ambiente. Et voilà risolto il dubbio spero :)

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    4. Certo! Non ho mai lavorato con materiale biologico. Quelle che ho usato io andavano messe in forno tipo biscotti (ma non a 180 gradi bensì a 300-400).

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    5. Meglio, guarda ti risparmi ore di lavaggi e passaggi che non finiscono più xD ahahah si in effetti farebbero una brutta fine i microorganismi se li infornassi a 300 gradi...

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  3. Ma che blog vario, originale, fantascientifico...e questo microbi e altre cose astruse( mio padre medico mi cazzierebbe di brutto) sono delle autentiche opere d'arte..
    Io che non sono per niente schifiltosa, qualcuno mi fa pure venire appetito come ricetta culinaria...
    Un applauso, una sicura e sentita iscrizione, una desiderosa voglia di essere ricambiata ..grazie!
    Abbraccione microbico!
    Ho l'influenza!
    http://rockmusicspace.blogspot.it/

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    1. Grazie! Ricambio ben volentieri (vediamo se sono così tecnologicamente evoluta da farcela xD)! Non dirlo a me, anche i miei genitori sono medici e sono cresciuta facendoli impazzire tra creare cristalli, tagliuzzare piante e insetti e mettere di tutto e di più in piatti di Petri per vedere cosa succedeva!
      Quanta pazienza hanno avuto con me...

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  4. Intendi dire che le mense scolastiche stanno partecipando anche loro al concorso? :)
    Suppongo che vengano usati dei termofili piuttosto che dei mesofili, no?

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    1. Non scherzare che un mio amico lo ha fatto per davvero con le scuole della sua città, cosa non ha trovato!
      In teoria è più semplice usare i termofili, per ovvie ragioni che ti portano ad evitare ulteriori perdite di tempo. Ma anche i mesofili vengono usati senza troppi problemi. Poi ogni microbiologo è libero di incasinarsi la vita come preferisce!

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