domenica 12 marzo 2017

Liberamente #3


Wow, mi sorprendo di me stessa quasi... avevo detto che non avrei garantito nessuna rubrica eppure siamo alla terza puntata dei miei sfoghi non-sense. Meglio così, finché resisterò sarà sempre un piacere parlarvi un po’ di quello che combino e penso.

Da cosa iniziare… beh questa settimana è stata un discreto disastro per me. Anzi facciamo pure gli ultimi 10-15 giorni. Ho la vitalità di una medusa, non so se sia per i farmaci e le terapie o per cosa, ma se persino le persone intorno a me si sono accorte che non sembro avere forze fisiche, mentali ed emotive, le cose non vanno molto bene. Per la mia gioia, dormo pochissimo, svegliandomi a orari improponibili per un po’ di tempo e girovagando per casa alla ricerca del sonno perduto. Quindi se avete qualche consiglio siete i benvenuti, ormai penso che l’unica soluzione sia tirarmi un mattone in testa per farmi dormire 1-2 ore filate.

Premesso ciò, non ho avuto una gran voglia di fare chissà che cosa. Tra lo stare male e le teste di rapa che mi intasano Facebook di minchiate ho perso la voglia di fare molte cose. Anche se sono comunque riuscita a sistemare camera mia affinché non sembri uscita da una puntata di accumulatori seriali (in quasi 3 anni di mia assenza i miei ne avevano sfruttato lo spazio per trasformarla in un magazzino): adesso ho il mio angolino di lettura, puntualmente invaso da qualcuno come mio padre o mia sorella che oltre a rubarmi libri e fumetti si insediano in camera mia. Però sono contenta di come stia venendo, quindi ve ne faccio vedere uno scorcio anche se è ancora un work in progress. Quando tutti i fiori che ho piantato sbocceranno (a giugno) vi farò vedere com’è venuta in tutto il suo splendore, ma per adesso accontentatevi.


Vanno ancora appese mensole e librerie (e va creato lo spazio per “Bernie”), però sono soddisfatta di questo lavoro: candele e fiori mi rilassano tantissimo specialmente mentre leggo.

Se vi state chiedendo chi è Bernie vi fermo subito: lo scoprirete tra circa una settimana al mio ritorno da Cesena e Fiano Romano. Ma per chi mi conosce ci va poca fantasia, si sa che ormai ultimamente giro solo più fiere di rettili a cui mi invitano, quindi basta fare 2+2 e capirete che un nuovo amico squamoso sta per entrare nella mia vita (forse temporaneamente ma chissà, trattandosi di un regalo/favore lo accoglierò molto volentieri e magari rimarrà con me per più tempo). A questo proposito vi dico già che la prossima puntata uscirà di lunedì, credo, dipende se riuscirò o meno a fare Fiano-Cesena e Cesena-Torino in giornata in macchina. Ma lasciamo perdere e andiamo avanti.

Notizie squamose a parte, questa settimana ho iniziato un paio di serie (con iniziato intendo “ho visto qualche puntata della prima stagione ma non sono riuscita ad andare oltre perché ero troppo stanca”).

  • Sherlock: interessante giallo ovviamente su Holmes e Watson ma ambientato nei giorni nostri. Le puntate sono lunghe ma ci sono pochi episodi per stagione, gli attori sono bravi, specialmente l’inglese Benendict Crumberbatch (Sherlock), che sembra giovanissimo, e Martin Freeman (Watson), che ricordavo per Guida Galattica per Autstoppisti, Lo Hobbit e la “Trilogia del Cornetto”. Ma devo dire che i doppiatori non mi entusiasmano.

  • Daredevil: serie carina, anche qua gli episodi sono un po’ lunghi ma è molto interessante. Rispetto al film della Marvel di qualche anno fa siamo su tutta un’altra strada! Attori bravi, trama senza buchi e scorrevole, piacevole da guardare e con battute sagaci.


Non mi soffermo molto su queste serie per il fatto di averle appena iniziate e non ancora finite. Ovviamente poi non voglio fare troppi spoiler, perché comunque sono interessanti e rappresentano un bell’intrattenimento. Ma ho deciso però di soffermarmi sui 3 film che ho visto questa settimana:

1) Chappie: fantascienza e azione in un film sugli androidi e l’intelligenza artificiale. Sinceramente non mi è dispiaciuto, anzi l’ho trovato molto grazioso. Certo non si può definire un capolavoro della fantascienza come Metropolis o Blade Runner per dire, ma rispetto a molti film di questo genere usciti negli ultimi anni, questo l’ho trovato gradevole (non un minestrone senza senso come per esempio Lucy). Gli attori non li conosco, però trucco e recitazione sono ottimi. Ok è un film un po’ per “zarri”, forse, ma a me è piaciuto (voto: 7.6/10).


2) Hachiko: un’amante degli animali che non ha mai guardato questo film, strano vero? Beh, non mi ha mai destato così tanta curiosità a dire il vero. Come nessun film strappalacrime sugli animali, per quanto ami i nostri amici pelosi (e squamosi) trovo che questi film siano sempre sciatti, mirati solo a far commuovere il pubblico. Per carità, ci sta, ma è difficile convincere e far commuovere una persona che già considera certi animali migliori di molti esseri umani. Insomma, anche io ho conosciuto di persona cani con un comportamento simile e per quanto mi abbia rattristato, non ha fatto che rafforzare le mie convinzioni.

Mi dilungo e vi riporto un esempio: nella mia casa di campagna, i miei vicini sono sempre stati degli umili agricoltori e, ormai di una certa età, si è scoperto che l’ottantenne Giovanni soffriva di problemi respiratori (presumo dovuti a qualche organofosfato usato tempo fa) e girava costantemente con l’ossigeno. Mi ricordo ancora l’ultimo giorno che gli parlai, stavo leggendo sull’amaca, sotto gli ippocastani e quando mi alzai per entrare in casa lo vidi sul suo balcone. L’ultima cosa che gli dissi fu “Ciao Busca! Che caldo che fa oggi vero?”, la sua risposta fu molto debole e dentro sentivo forse che quella sarebbe stata una delle ultime volte in cui l’avrei visto.  Il giorno dopo lo portarono via in ambulanza e morì dopo un breve ricovero. Sua moglie Rosa era rimasta da sola a casa con la figlia e i nipotini che venivano a aiutarla ogni tanto. Gestire galline, conigli, campi e nocciole da sola non è facile, specialmente da anziani. La cosa che la sorprendeva però fu vedere la cagnolina Titina, anzianotta anche lei, sparire ogni giorno sempre alla stessa ora per poi ritornare 2 ore dopo. Non capendo dove andasse e per paura che fosse investita, decidemmo di seguirla un paio di volte. Scoprimmo così che andava dalla tomba di Giovanni, il suo padrone, ogni singolo giorno, prima che morisse avvelenata per errore da qualche stronzo che sperava di avvelenare il mio di cane (da tartufi, cosa che crea molte risse e spiacevoli eventi nelle Langhe).

Quindi alla fine di animali così ce ne sono, e molti anche. Hachiko non mi ha sorpreso molto come film né mi ha particolarmente toccata per quanto la storia sia vera. Certo vedere un cucciolo fa sempre tenerezza (dannato effetto Bambi), ma non basta per farmi dire di un film che sia bello. Tuttavia non ho potuto evitare di divagare con la mia testaccia (spoiler): in fondo il cane rimane ad aspettare ogni singolo giorno della sua vita che ciò che ama ritorni da lui, per poter essere di nuovo felice. Un po’ come fanno alcuni di noi. Non aspettiamo forse, invano, che ciò che ci rende felici ritorni?  Eppure nel nostro cuore, sappiamo che non accadrà. Questo è l’unico aspetto del film che mi ha dato da pensare. Il mio voto finale quindi è un 8.1/10.



Che discorsi deprimenti faccio ogni tanto…

3) Jackie: film biografico e drammatico sulla moglie di John F. Kennedy dopo il suo assassinio. Dalla critica e dai commenti me lo aspettavo più… accattivante forse, non so se definirlo così. Invece è un film molto discorsivo, riflessivo. Bello per carità, molti discorsi sono profondi e toccanti ma me lo aspettavo diverso. Sceneggiature ricercate, geometriche che mi ricordano molto Kubrick per certi versi. In compenso, adoro Natalie Portman come attrice, ha una mimica facciale ottima anche se forse a volte un po’ sforzata a detta mia. Vorrei capire, a questo proposito, cos’abbia di speciale “La La Land”, tanto da aver vinto così tanti premi tra cui, se non erro, quello per la miglior attrice. Che poi, in tutta franchezza, io detesto i musical…


Comunque, mi sono dilungata un po’ perché questa settimana non è stata particolarmente interessante. Ora, per la vostra gioia, passo a qualche delirio.

Rimettendo a posto camera mia ho ritrovato la mia collezione di tavole su Pinocchio del disegnatore Frezzato, di cui sono molto gelosa e che avevo iniziato a comprare circa 5 anni fa pensando che alcune mi sarebbe piaciuto appenderle nella camera dei miei figli in futuro. Ne ho appesa una sola però in camera, la fata Turchina al circo che guarda Pinocchio ormai trasformato. È un acquerello estremamente bello e colorato e il volto della fata è magnifico. Non so perché abbia appeso solo questo per adesso, forse gli occhi tristi e melanconici della ragazza rispecchiano questo mio periodo un po’ buio.

Ormai cerco rifugio dai miei pensieri nei libri (sto finendo la trilogia di Murakami), ascoltando musica e cercando di scacciar via la tristezza. Ho una voglia incredibile di amare, essere felice, sorprendere le persone che risulta difficile da contenere, eppure il mio corpo è una dannatissima pietra che mi dà il tormento, per quanto ci stia lavorando e mi stia facendo forza per andare avanti.
La stanchezza mentale e fisica si sentono… ma non ho voglia di essere negativa! Anzi vi do qualche news: se mi seguite su G+ avrete notato (o no ma pazienza) che qualche settimana fa lasciavo indizi su una mia nuova attività. Ebbene, ho un set fotografico in programma per una creatrice di gioielli italo-spagnola insieme al mio collega Eros (ovviamente nome d’arte), dove mi vedrete insieme ad alcuni miei animali, con la partecipazione della mia sorellina fotografa che ha deciso di fare un portfolio. Lo so che dico di essere stanca, ma alla fine trovo sempre la forza di fare stupidaggini, però mi sembrava un modo carino per fare pubblicità anche alle mie bestie, visto che alcune fiere importanti si avvicinano. In ogni caso, chi ha buon occhio ha notato che ho già fatto delle foto per pubblicizzare un’estetista spagnola (forse prima o poi ve le farò vedere, ma basterebbe andare a cercare bene su qualche social per trovarle). Con questa ultima notizia chiudo e passo ai consigli utili della settimana!

1. Cercate di risparmiare. Scialacquare i propri soldi può farvi sentire appagati, ma riempirvi la casa di cianfrusaglie non servirà a nulla. Nessun iPhone potrà rendervi felici quanto una persona. 

2. Amate di più. Uscite, conoscete persone e aprite il vostro cuore a nuove conoscenze (ascoltate Anna l’asociale che non esce mai di casa ma fa colpo sui fattorini delle pizze).


3. Imparate a fare cose nuove. Non so, studiate una nuova lingua, provate a fare foto, disegnare, scrivere o ballare. Aiutano a distrarsi e migliorano l’umore.



4. Sfidate le vostre capacità. Se pensate di non riuscire a fare qualcosa almeno provateci! Non arrendetevi subito!



5. Non prendete esempio da me: non riempitevi casa di animali! Per quanto siano carini e coccolosi, hanno bisogno dei loro spazi. Quindi, per esempio, se vi chiedessero se volete acquistare una zebra per soli 10.000€, non dite di sì, ma chiedete se quella somma è rateizzabile prima (eh sì, mi è successo davvero).



6. Camminate, fate sport. La soddisfazione di respirare aria pulita, vedere nuovi panorami o sforzare il proprio corpo, è unica. 



7. Ampliate le vostre curiosità: leggete, fate ricerche su cose che vi colpiscono, andate a mostre e musei, studiate. Ci sono così tante risorse ormai dove poter attingere a sapere scientifico e novità che sarebbe un peccato non approfittarne.



8. La dieta fa bene al corpo, ma pizza e sushi fanno bene all’anima. Concedetevi qualche coccola ogni tanto.

Questo abominio invece fa bene agli stitici.

Con questo vi saluto e vi auguro un buon inizio settimana!

giovedì 9 marzo 2017

The composer: una storia di buio


Oggi ho deciso di condividere con voi qualche mia riflessione e apprezzamento su una delle figure musicali contemporanee che ritengo di maggiore rilevanza, non solo per la sua storia quanto per l’originalità, la maestria e la passione che mette nelle sue opere.

Così, vorrei prendere qualche minuto del vostro tempo per parlarvi di Ezio Bosso.


Nel panorama classico odierno, raramente ho trovato tanta originalità e passione sorgere dalle proprie opere, nonostante ci siano grandi compositori quali Ludovico Einaudi, Michael Finnissy o Philip Glass che riescono a creare melodie bellissime.

Ciò che differenzia Bosso da molti altri nomi è la perseveranza che, se applicata a una mente geniale, può dar vita a una danza di emozioni, note e sentimenti unica, proprio come nel suo caso. Ovviamente, come molti compositori ha avuto i suoi maestri da cui ha tratto ispirazione per alcune sue opere, ma a contrario di molti casi, queste non diventano una copia o un mero esercizio di ciò che è stato appreso. Basti pensare al suo legame con i bassi che caratterizza molte sue composizioni tra cui la colonna sonora di “Io non ho paura”, tratto dall’omonimo romanzo: sono indubbiamente influenza del suo maestro austriaco Ludwig Streicher, che conobbe poco più che sedicenne, ma le similitudini sono ben poche.




La fama di bosso negli ultimi due anni, probabilmente è dovuta alla sua comparsa a Sanremo del 2016, che ha portato poi siti come “L’Huffington Post” e giornali quali “La Stampa” o “La Repubblica” a parlare di lui. La cosa che mi rattrista, è che questo suo successo sia attribuito maggiormente alle sue recenti disavventure e non piuttosto all’effettiva genialità e passione che mette in ogni singola composizione. Ha avuto un’auge mediatico pazzesco dopo l’edizione del noto (e a detta mia scialbo) programma musicale italiano, ma quante persone lo conoscevano e lo ascoltano ancora oggi effettivamente? Ben poche, questo perché sono state più le sue parole e l’apparente difficoltà che può avere nel suonare a farlo finire, per breve tempo, sulla bocca di tutti.

In quel periodo ho trovato social network intasati di video suoi a Sanremo o foto con lui in sedia a rotelle. La mia maliziosità mi ha portato spesso a chiedere a queste persone di citarmi 3 titoli di composizioni sue e coloro che mi hanno dato una risposta corretta o soddisfacente sono quasi pari a zero. Tutto questo mi ha deluso alquanto… possibile che le persone siano più influenzate dall’immagine di un musicista, un compositore piuttosto che dalle sue effettive opere?


Ezio Bosso è un maestro della musica classica che non ha avuto vita facile, specialmente negli ultimi anni dopo che gli è stato diagnosticato un tumore al cervello ed aver scoperto di soffrire di una malattia autoimmune, eventi che lo hanno limitato moltissimo e lo hanno condotto, come lui stesso afferma, in una “storia di buio”. Non essere più in grado di parlare, suonare e scrivere dopo ciò non deve essere facile: siamo esseri umani, in fondo, se venissimo privati di ogni nostra facoltà di espressione finiremmo certamente in un mare di solitudine, tristezza e depressione, in cui il mondo ci appare diverso. Il buio della dimenticanza, dell’incapacità di comunicare alla vita ciò che proviamo, le nostre difficoltà e il nostro amore per qualcosa, che sia la musica o una passione, rappresentano i più grandi vuoti che un cuore può affrontare.
"Holes in The Sky", Martin Stranka

Ed è questo che la sua musica mi trasmette: quell’emozione unica, profonda, melanconica di un essere umano rimasto solo con sé stesso, dove il mondo appare come una lontana, impalpabile cornice dei nostri pensieri.

Ogni nota diventa un grido, una parola, una sensazione dell’animo umano, di una persona che vorrebbe solo vivere, amare, sorridere. Una vita senza musica è come un corpo senz’anima, solo un’immagine che non racconta nulla e priva di emozioni.

Senza buio, non esisterebbe la luce. Senza suoni non esisterebbe la musica e, senza emozioni, non esisterebbe l’uomo. Così racconta la musica di Ezio Bosso, così racconta la vita e con sé il silenzio.


La musica comincia dove finisce il potere delle parole.

Richard Wagner



domenica 5 marzo 2017

Liberamente #2


Ben ritrovati sul mio blog! Sembra che la puntata della scorsa settimana vi sia piaciuta, anche se pensavo fosse un po’ troppo nerd e noiosa. Quindi oggi rimango sullo stesso stile e vi rendo partecipi di qualche mio pensiero e novità settimanali, ma amplio i miei orizzonti e vi parlerò anche di altro.

Dunque iniziamo con un po’ di sport. Se volete rilasciare un po’ di pressione e siete di Torino e dintorni vi consiglio una bella passeggiata in montagna. Lunedì ne ho approfittato per fare due passi con un paio di amiche e c’è un’ottima camminata tra neve e foreste che potete fare anche con le ciaspole da Bardonecchia a Névache in Francia. Se partite dalla pista di fondo sono circa 9 chilometri e mezzo, sola andata, mentre da Bardonecchia centro sono circa 12. Insomma, per i temerari 25 chilometri in giornata sono un ottimo antistress.


Ma veniamo a qualche cosa un po’ meno stancante. I miei consigli e opinioni della settimana non sono tantissime. Ho iniziato un paio di serie su Netflix (che uso come un parassita da un amico):

  • Narcos: storica, su Pablo Escobar, trafficante colombiano di cocaina. È davvero ben fatta ma ho trovato alcune pecche (anche se non l’ho ancora finita, mi mancherà metà della seconda serie), come la lunghezza degli episodi che risulta forse un po’ troppo esagerata certe volte e fa perdere interesse allo spettatore. Secondo: i sottotitoli. La lingua inglese viene tradotta in italiano ma lo spagnolo no, quindi buona parte di ciascuna puntata è sottotitolata. Ciò può risultare noioso talvolta, ma la cosa che mi ha dato più fastidio è stata l’erronea traduzione di alcuni termini e frasi, tanto da risultare quasi “gentile”. Ma cavolo sono narcotrafficanti che ogni 3 x 2 di danno dell’ “hijo de puta” o “cabrón” e si chiamano con nomignoli infami, potevano conservare un minimo di schiettezza.



  • Santa Clarita Diet: commedy-horror firmato Netflix. Come avevo detto nella puntata precedente, non amo molto gli zombie socialmente inseriti. Ma questa serie mi era stata consigliata da molti. Non l’ho trovata molto accattivante né troppo divertente, ma alcune battute sono brillanti e, in fondo, è di compagnia quando si è da soli. Per il resto, la trama è carina, non è molto truculenta ed è adatta forse anche per i più sensibili.



Una serie invece che mi ha preso davvero molto e ho trovato fantastica (nonostante l’abbia già finita da settimane ormai) è “Black Mirror”. Ne avevo già parlato brevemente su Google+ ma valeva la pena soffermarmi nuovamente su questa meraviglia. Originale, avvincente, accattivante che riesce a prendere lo spettatore e a trasportarlo in ciascuna puntata. Il genere, per chi non ne avesse già sentito parlare, è fantascienza-thriller-drammatico, le puntante sono ciascuna indipendente dall’altra e raccontano una storia diversa ma sempre originale a ogni episodio. Le puntate più belle secondo me: Orso Bianco, Caduta Libera, San Junipero, mentre ho trovato “Torna da me” davvero inquietante (ma bella!). Non mi dilungo oltre e vi dico solo: GUARDATELA!!!

Altri consigli: visto che il 30 marzo uscirà (per la gioia del mio cuoricino) il film “Ghost in the Shell”, guardatevi gli anime precedenti (li hanno caricati tutti su Netflix). Sono dei film che mi sono piaciuti tantissimo ma non sono proprio leggeri, poiché violenti, fantascientifici e pieni zeppi di filosofia, intrecci e azione.


Parlando di film invece… mmmm… per questa settimana non ho molti consigli perché ho visto ben poco (essendomi concentrata sulle serie tv). Ho rivisto “Chiamami aquila” con John Belushi, non male, grazioso.

Ma parliamo di videogiochi! Ahhh questa settimana mi sento di consigliarvi un paio di classici che ho ripreso:

  • Dead Space: serie di videogiochi horror fantascientifici (che devo finire), molto bella, prende il giocatore con sorprese truculente, mostri che saltano fuori da tutte le parti, astronavi nello spazio ed esplosioni che ti fanno impazzire se giochi in modalità difficile perché non vai avanti di un millimetro saltando in aria ogni 3 dannati secondi. Il più bello dei 3, a mio parere, è il primo, sempre un piacere da rigiocare.
Nota: è sconsigliato giocarci con parenti, fratelli e sorelle intorno, per via dei versi strani dei vari mostri e i rumori inquietanti.


  • GTA IV: il più bello della serie di GTA. Il V è bellissimo per la grafica ma mi ha annoiato un pochettino per via dei personaggi. Mentre il 4 ha una storia davvero interessante che prende il giocatore. Purtroppo però è moooolto lungo (ma sinceramente meglio! Se devo comprare un videogioco voglio godermelo fino in fondo).

Passiamo invece a qualcosa di meno violento va. Libri! Mi sto innamorando della serie di Murakami “1Q84”, composta da 3 libri e non so quante migliaia di pagine. Insomma, non è una lettura leggerissima sia da un punto di vista sostanziale che di trama. Un po’ “spinto” per me, che sono abituata a leggere libri un filo meno zozzi, ma comunque molto bello. Vi riporto la quarta di copertina dell’edizione che sto leggendo (Einaudi SuperET) per chi fosse interessato:

Tokyo, 1984, Amomame è un killer in minigonna e tacchi a spillo che vendica le donne che subiscono violenza. Tengo è un ghost writer alle prese con un libro inquietante come una profezia. Entrambi si giocano la vita in una storia che sembra destinata a farli incontrare. Ma quando Aomame, sollevando gli occhi al cielo, vede sorgere una seconda luna, capisce che non potranno condividere neppure la stessa realtà. Mai come n 1Q84 Murakami ha esplorato le nostre ossessioni per dare vita a un mondo così personale, onirico e malinconico.”

Vorrei riportare un sacco di citazioni, ma me le tengo magari per una recensione futura. In ogni caso ve lo consiglio caldamente, nonostante sia un mattone. Il top poi per me è leggerlo in treno o il sabato sera con una bella pizza da sola a casa, o ancora ascoltando le Gymnopédie di Erik Satie. Oppure con un caldo micio a fianco, dopo un po’ di shopping online su Ibs (amanti della fantascienza e dei classici, vi consiglio di buttarci un occhio perché ci sono sconti fino al 65% su autori come Dick, Adams, Hegel, Proust ecc.).

Le mie serate ideali!

Inoltre vi consiglio un altro libro che ho finito questa settimana: “Guerra e Pace sul Retro di una Cartolina”, di Marco Lazzara. Una raccolta di storie brevi molto accattivanti, unite da un filone e una narrativa estremamente avvincenti. Dei tre libri di Marco (trovate delle recensioni proprio su questo blog), forse questo è quello che ho preferito maggiormente. È originale, scritto alla perfezione e ben equilibrato in termini di trama, lessico e struttura. Lettura molto piacevole e intrigante!


E per questa settimana ho finito coi consigli seri. Voltiamo pagina! Passiamo ai consigli utili e i piccoli piaceri che si possono vivere.

State con la vostra famiglia, fate attività e uscite di casa! Una cosa che ho capito di recente (o meglio, che si è fortificata negli ultimi mesi) è che la famiglia ti sarà sempre accanto, nel bene e nel male, ed è giusto condividere esperienze, pensieri, attività insieme, anche se richiedono dei piccoli sacrifici ogni tanto.

Nel mio caso, ho deciso di fare un salto dai miei nonni e cuginetti oggi (ecco perché posto il mio Liberamente così tardi), gli ho portato dei coniglietti di cioccolato - Dio santo, è già pieno di uova di pasqua ovunque e io non ho ancora nemmeno mangiato una bugia- abbiamo giocato fino alla nausea (tutto esercizio fisico! Altro che palestra, una giornata con 3 pesti ti stronca) e siamo andati a vedere un museo carinissimo a Savigliano: il museo dei profumi! Di cui riporto qualche foto. Molto moderno e interattivo, anche se a fine visita sono uscita odorando di budino (chissà cosa mi hanno spruzzato). Poi si imparano un sacco di cose nuove e ho scoperto di avere una fissa per l’olio essenziale di cioccolato… giuro che se scopro dove comprarlo ne prendo a barili e vado in giro profumando di dolci. Se poi si conclude la visita con un meraviglioso concerto di pianoforte allora la giornata non può che essere superba!






Le campane dei profumi... fanno molto sci-fi


Altri consigli utili per la settimana e pensieri…

1. I Frecciarossa sono sempre in ritardo mentre i regionali in perfetto orario. Non capirò mai il perché...



2. Ascoltate più musica! Aiuta a rilassarsi e a incanalare certe emozioni.



3. I regali più belli per me rimangono sempre i libri… regalatene di più alle persone che amate! Condividete pensieri, opinioni, romanzi e sentimenti.



4.Coltivate le vostre amicizie. Un amico al nostro fianco spesso è uno dei tesori più belli e preziosi che si possano avere.



5. Non abbiate paura di nascondere i vostri sentimenti. Che poi detto da me che in primis sono la più grande testa di rapa timidona di questo pianeta, suona come una mega fesseria.



6. Non arrabbiatevi con le macchine. Sono oggetti (anche se guidati da teste di pigna spesso), non vi possono rispondere. Non fate come me che ho rinominato la macchinetta rossa di mia madre “Vladimira la troyota”.



7. Ogni tanto disconnettetevi dal mondo. Lasciate perdere Whatsapp, Facebook, Instagram… uscite e fate due passi, godetevi il tempo, andate al cinema con amici, fratelli, sorelle.



8. Ultimo consiglio, e forse il più importante: siate voi stessi, fregatevene del mondo e cercate di essere felici!



Spero vi sia piaciuta questa puntata, lo so a volte sono un po’ troppo prolissa ma non ci posso fare niente. Vi auguro un buon inizio settimana!!! Alla prossima ;)

giovedì 2 marzo 2017

Insieme raccontiamo #18


Patricia Moll ci propone un nuovo incipit per "Insieme raccontiamo" e anche se era di febbraio io mi aggrego adesso (meglio tardi che mai no?). Ecco, quindi, cos'è saltato fuori dalla mia testa. Spero vi piaccia, buona lettura ;)



Treno

Incipid di Patricia: Battisti nelle cuffiette cantava “c’è un treno che parte alle 7,40...”
Forse non erano proprio le 7,40 però il treno era lì, fermo come un cannibale vorace pronto a inghiottire chiunque gli si avvicinasse troppo. Pauroso, eppure invitante.
Doveva smettere di guardarlo e prendere una decisione. Salire o no?


Il controllore stava per salire ormai, e molta gente si affrettava a timbrare il biglietto e prendere posto su quei grandi vagoni sporchi per lo smog e pieni di murales.
Si guardò tra le mani. Il biglietto di sola andata per andare da lei era lì. Quando si ricordò il suo viso con la pelle chiara, qualche lentiggine e gli occhi color nocciola, incorniciato da quei meravigliosi capelli castani che profumavano di fiori, sentì il cuore battere a mille. Eppure… non ne aveva il coraggio. Ma non poteva vivere nel ricordo. No!
Però… non poteva farlo. Lei probabilmente si era fatta una nuova vita, nemmeno si ricordava i momenti trascorsi insieme, le lettere, le poesie, gli sguardi. Una melanconica nostalgia lo assalì.
        -  Io… non posso. La amo, ma… non posso farcela. Non sono nulla in fondo.

Lacrime calde, amare, scesero dai suoi profondi occhi azzurri. Strinse il biglietto tra le mani e lo lanciò lontano. Si alzò dalla panchina e si allontanò dal treno piangendo e il cuore in una morsa di solitudine. 

Di colpo, si svegliò. Guardandosi attorno si rese conto di essere seduto sul quel treno, per andare da lei. Mancavano poche stazioni ormai. Quel treno… forse lo avrebbe condotto alla felicità, una volta per tutte. 




#insieme raccontiamo    #racconti    #fareblogging