giovedì 19 maggio 2016

Il ricordo di un cavallo


Cambiamo un po’ tema. Per una volta voglio parlarvi in maniera spontanea, improvvisata!

E dunque, stasera, dopo una giornata di merda, mi ero presa qualche minuto di tempo per vedere i nuovi post pubblicati su Google+. D’un tratto un’immagine mi colpisce, anzi una foto per essere precisi, di Michael Stephan (mai sentito in vita mia), dal titolo “White Horse at Sunrise”. Come potrete intuire, se le vostre conoscenze di inglese sono per lo meno basilari, ha come soggetto un cavallo bianco (che non è bianco ma grigio pomellato, per essere precisi), sereno, intento a guardarsi intorno immerso nelle sterpaglie di un prato all’alba.


Non so cosa sia scattato in me, ma ho trovato questa foto particolarmente bella e armoniosa. Mi ha fatto venire in mente un mio sogno di qualche anno fa, temporaneamente o forse per sempre accantonato, a seconda di cosa mi riserverà il futuro. Al tempo sognavo di poter avere una casa mia, una cascina magari, con dei prati intorno in modo che mi permettessero di tenere dei cavalli, liberi di pascolare.

Una cosa che mi sarebbe sempre piaciuto possedere, nella mia vita, è proprio una casa fuori città, in mezzo al verde, dove potessi coltivare i miei fiori, tra cui rose di ogni specie e gigli, tulipani, piante; un luogo dove potessi magari tenere qualche animale in libertà, qualche gallina per esempio (ho pure i nomi già!) per avere delle uova fresche da usare ogni giorno. E perché no, proprio anche un cavallo, come quello della fotografia, come quello che cavalcavo da bambina, quando andavo a fare equitazione con mio papà: un andaluso grigio pomellato.

Vedendo questa foto mi ero completamente dimenticata di questo mio sogno. Com’è possibile?! Era una delle cose che desideravo di più! Avevo persino disegnato i roseti del giardino abbinando specie, colori e profumi, pensato di costruire un pollaio coi fiocchi e guardato prezzi di cavalli, case, ecc.

È curioso come la vita, le occasioni e lo scorrere del tempo, a volte, ci facciano mettere alcuni sogni da parte, per quanto siano importanti. È stato come un flashback vedere questa foto. Mi sono rivista da bambina, felicissima, intenta a cavalcare una bestia meravigliosa con mio padre che fuori dal recinto mi faceva foto. Sono tornata indietro anche, a quando progettavo una vita insieme a una persona che credevo fosse quella giusta per me, a quando gli raccontavo cosa volevo fare nella vita, gli mostravo i miei disegni e schemi, condividevo le mie idee.

Il tempo passa, le cose cambiano, in meglio e in peggio, e come ballerini danziamo nel turbine di eventi della vita. C’è un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità è oblio. È come se ci fosse una sorta di matematica esistenziale a controllare lo scorrere del tempo, dove questa esperienza, questo mio improvviso ricordo, assume la forma di due equazioni elementari: il grado di lentezza è direttamente proporzionale alla memoria, il grado di velocità è direttamente proporzionale all’intensità dell’oblio.

E così, nel mio improvviso viaggio in terre straniere, in avvenimenti spiacevoli, esami da preparare, lavoro da svolgere, mi sono dimenticata di un sogno. Vedete di non fare il mio stesso errore. Non fatevi travolgere dalla frenesia della vita, prendetevi il tempo per realizzare i vostri sogni, o anche solo pensarli, per rasserenarvi al termine di una giornata infernale, poco prima di addormentarvi.


Non dimenticatevi i sogni. 

The essential joy of being with horses is that it brings us in contact with the rare elements of grace, brauty, spirit and fire.
Sharon Ralls Lemon

9 commenti:

  1. Ciao Anna,
    non bisognerebbe mai dimenticarsi dei propri sogni, anche se pure questi, man mano che si cresce e si va avanti, tendono a modificarsi. Io anche ho sempre avuto un sogno simile al tuo e d'altronde è quello che rispecchia il mio modo di essere, tanto che una compagna delle medie, su un tema ambientato nel futuro, scrisse che io avrei vissuto in una fattoria, con la treccia, tanti animali e le mie immancabili scarpe basse. Probabilmente è anche per questo modo di essere che abbiamo intrapreso gli studi in Medicina Veterinaria.
    I sogni cambiano, spesso li dimentichiamo, ma non è detto che prima o dopo non ritornino e non si avverino.
    Un abbraccio e un augurio per una splendida giornata.

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    1. Ciao Poiana! Che piacere leggere il tuo commento :)
      Anche nel mio caso questo sogno mi accompagna da tempo, ed ero davvero esterrefatta di essermene dimenticata. In fondo rispecchia la mia pace.
      Pensa che io alle medie avevo disegnato la clinica veterinaria che volevo aprire con la mia migliore amica di un tempo (adesso lei fa ingegneria però), e già li mi ripeteva "ah tu ti occuperai di tarantole e serpenti! A me fanno schifo!".
      Chi lo sa, nel mio cuore, anche se ora ho altre priorità, spero ancora che un giorno si avveri. Un abbraccio anche a te e grazie per essere passata ^_^

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    2. Vorrei passare più spesso, ma 24 ore in un giorno non bastano per fare tutto.
      Almeno tu sei "quella di tarantole e serpenti"... io ormai sono "quella che lavora con gli uccelli", il che non fa mai saltare la martellante e ormai scontatissima battutaccia.
      Io non saprei disegnare l'ambulatorio dei miei sogni nemmeno ora, pensa XD

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    3. Idem, oggi per esempio è una di quelle giornate dove sono 13 ore in uni tra ospedale veterinario e lezioni...
      Ahahahahah non ti credere che coi serpenti sia tanto meglio, salta sempre fuori la battuta ''Ah quindi ti piacciono le cose lunghe e viscide?" o "Ehi lo vuoi vedere il mio anaconda?"... brrrrr...
      Io ci ho provato, ma sai quanta preparazione legale, scientifica, architettonica puó avere una bambina di 11 anni? XD era troppo carino però, anche se zero funzionale forse!

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    4. Oddio, in effetti anche i serpenti si prestano ahahahahah XD
      Be' dai, magari con qualche ritocchino architettonico....

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  2. Da piccolo lo avevamo, nella casa in campagna, un cavallo grigio pomellato, ma non so dire adesso quale fosse la sua funzione, visto che nessuno di noi cavalcava. L'unico ricordo distinto che ne conservo è di una volta che per chissà quale motivo gli saltò in testa di inseguirmi nell'aia. Non ne fui davvero spaventato, ma prudenzialmente mi affrettai lo stesso verso le scale di casa e lui continuò a seguirmi fino a posare le zampe anteriori sui primi gradini.

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    1. Che fortunato!!! A volte gli animali servono solo da compagnia, senza una specifica funzione. Che bell'infanzia devi aver avuto! Crescere in campagna è meraviglioso!

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    2. In linea di massima sono creciuto in città, o meglio in periferia. La casa in campagna era riservata ai weekend e a una parte del periodo estivo.

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    3. Come me! Anche io ho passato weekend ed estati della mia infanzia in campagna, nelle Laghe piemontesi. Ricordi fantastici, peccato che siano andati così in fretta.

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