lunedì 29 febbraio 2016

Donne, non abbiate paura: la mia esperienza


Oggi scrivo un articolo decisamente inusuale per potervi raccontare della mia, ahimé, snervante esperienza e per farvi forza.
Care donne, ma non solo, anche cari i maschietti che leggono questo post, prestate attenzione alle mie parole.

Iniziamo con la mia storia: purtroppo non è la prima volta che mi capita che qualche uomo mi mandi messaggi ambigui o che esageri nel manifestare le sue intenzioni. Ne ho passate davvero di tutte, specialmente nell’ ultimo anno: 30, 40enni sposati con dei figli che mi invitano a fare sesso (anche esplicitando di che tipo), che mi chiedono di registrami mentre faccio delle cose con un’altra donna a pagamento, foto di genitali maschili, video erotici e “personali” (ci siamo capiti), richieste di foto di tutti i tipi, dai miei piedi fino alla doccia, proposte di sesso in cambio di soldi e animali di mio interesse, clienti che in pubblico cercano di toccarti i seni non curanti delle altre persone, e potrei andare avanti raccontandovi per filo e per segno tutti i maiali che mi sono capitati.

Per fortuna, quando c’è una distanza di mezzo e vivi lontano da certi porci, sei salva e puoi tranquillamente limitarti a mandare a quel paese quelle persone, bloccarle sui social e fingere che non esistano e non siano mai esistite. Ho sempre pensato che non me ne fregasse assolutamente nulla, anzi ho sempre scherzato con le mie amiche su quanto fossero ridicoli e schifosi certi uomini, ridendo a volte alle foto di loro con gatti in braccio, la patta aperta o in posizioni ridicole in ogni dove fatte probabilmente pensando di essere attraenti.
Purtroppo però non sono divertenti. Anzi fanno davvero schifo. Ammetto di avere poi sviluppato un problema per cui vedere genitali o foto, video di uomini che non siano il mio ragazzo, mi fanno venire voglia di vomitare e provocano un disgusto non indifferente.

La cosa inizia a diventare struggente poi quanto sono i tuoi stessi clienti e a volte “amici” che iniziano a importunarti. E a quel punto inizi a chiederti se sia corretto insultare un cliente, che tipo di ripercussioni può avere sulla tua carriera. E stai male. Detesti essere considerato un oggetto dalla maggior parte degli uomini, essere poi ancora insultata da ex ragazzi di tradimento per aver ricevuto foto disgustose di uccide, detesti anche solo leggere commenti in cui gli uomini esaltano certe caratteristiche femminili, incitano addirittura allo stupro o alla violenta scrivendo ogni cosa. Terribile. Ma in che mondo viviamo?

E da un lato di guardi allo specchio e pensi di non essere abbastanza per essere desiderata, al pari di certe donne, ma dall’ altro inizi a isolarti per non voler più avere nulla a che fare con un mondo superficiale, basato sull’ apparenza. Stai male.

Poi arriva il colpo di grazia: lo stalking. Ho sempre diffidato estremamente da tutti, ma a volte vieni preso in trappola. Qualche mese fa un uomo, sulla quarantina mai visto prima in vita mia, si introdusse in una discussione tra me e una mia amica in università. Iniziò a dire che era uno studente in erasmus di giornalismo, interessato nello sport, che voleva una mano per integrarsi. Mi chiese il mio numero che finsi di non ricordare. Poi mi chiese il mio nome, dove vivevo, cosa facevo, se ero fidanzata e “se avevo voglia di uscire e vedere come andava a finire la cosa, magari si poteva essere anche un po’ più che amici”. Alt. Allarme rosso, so già cosa vuole. Gli dico che non sono interessata e non mi interessa avere nessun rapporto intimo di alcun tipo, mi liquido in maniera fin troppo educata e vado via.

Tornata a casa però apro il mio profilo Facebook e vedo che proprio lo stesso ragazzo mi ha mandato una richiesta di amicizia. La rifiuto, però leggo sul suo profilo che non è uno studente in erasmus ma uno che vive proprio nella stessa città dove studio. “Bugiardo” ho pensato tra me e me, tirando giù qualche santo affinché mi desse la pazienza di ignorare certe persone.

Speravo di potermi dimenticare della faccenda, ma mi sbagliavo. Inizio a ricevere diversi messaggi sul social in questione, troppi per i miei gusti, dove lo stesso ragazzo mi invita ad uscire, mi chiede come sto, continua ad insistere a dargli indirizzo e numero di telefono, mi incita a incontrarci a tal ora in tal posto e ancora, mi chiede se voglio andare in hotel, a casa di suo fratello, se possiamo diventare amici con benefici (“amigos con derecho a rocio”) o scopamici direttamente (“follamigos”). Raramente ho risposto, e in ogni caso è sempre stato un gelido “no non mi interessa”.

Il peggio, però, deve ancora venire. Dopo aver ignorato ogni messaggio, una mattina lo vedo entrare nella mia stessa metropolitana. Ero con due mie compagne di corso, che subito mi sussurrano “Anna ti sei accorta che c’è un tizio che ti sta fissando?”, “quello con la valigetta nera da serial killer” disse scherzando una di loro. Inizio a preoccuparmi, cercando però di mantenere la calma. Vedo che mi si avvicina, troppo e inizia a dirmi (in spagnolo) “Anna, ti desidero molto, ti prego usciamo, non posso stare senza di te”. Per non piantare una scenata indietreggio il più possibile e gli dico che sono troppo occupata e che non mi interessa (anche perché caso vuole che la mia stessa metropolitana la prendano molti professori e studenti della mia università, ci manca solo che pianti una scenata). Mi saluta. Scende alla mia stessa fermata e inizia a camminare dietro di me.

Da quel giorno, tutte le mattine l’ho ritrovato sulla mia stessa metropolitana, sia la prima che quella seguente, che saliva o una fermata prima o dopo di me. Paura. Ho iniziato ad avere davvero paura. Ma finché non mi parlava ed ero in compagnia dei miei amici o compagni posso fingere che non esista.

Si fa avanti ancora altre volte e il mio no è sempre stato freddo, ma forse troppo buono. al che inizia a bombardarmi di messaggi come il seguente:

“Mira eres una maleducada por no contestar. Mira no me gustas nada ni quiero nada contigo. Era todo mentira. Eso es de ser una fresca o puta. Ahora iré a ver a tus compañeras. Nos veremos todas las mañanas en el metro. Tu no eres italiana eres americana mentirosa.” 

Traduzione: 
“Guarda sei una maleducata a non rispondere. Guarda non mi piace niente di te e non voglio niente con te. Era tutto una bugia. Questo vuol dire essere una persona a cui non frega niente o una puttana. Adesso andrò a trovare le tue amiche. Ci vedremo tutte le mattine nella metro. Tu non sei italiana sei americana bugiarda.”

Questo è fuori come un balcone”, ho pensato. Mi sono semplicemente limitata a rispondergli che se lo avrebbe fatto lo avrei denunciato e lui subito a scusarsi e dire che “stava scherzando”. Il tutto è servito per un paio di settimane. Non lo vedo più in metro. Finalmente credo di essere salva, posso dimenticarmi di quest’incubo.

Invece no. Di nuovo lo trovo tutte le mattine nella mia metropolitana, che cerca di
nascondersi dietro un giornale o nei vagoni più lontani e quando scendo dal treno mi segue e si avvicina il più possibile. Una mattina poi mi rivolge di nuovo la parola chiedendomi “Anna possiamo parlare?” ma di risposta, senza rendermene nemmeno conto più di tanto ho alzano la voce e gli ho detto di no, che non si doveva più azzardare ad avvicinarsi. Funzionò, si allontanò subito. Ma poi il giorno dopo ancora, era in metro e mi inseguiva, o si metteva dal lato opposto della strada di fronte all’ entrata della mia facoltà a gridare “Vattene”, “Puttana”, “Nessuno ti vuole” facendo gesti di dubbio gusto. Così fino a questa mattina.

Ero seduta tranquillamente, sola a rileggere i miei appunti mentre ascoltavo musica con le cuffiette. Mi si siede accanto. Fingo di non sentirlo né di vederlo ma lui inizia a sbattere il piede accanto a me per catturare l’attenzione. Arrivata la mia fermata scatto di corsa fuori dal vagone, nonostante avessi due borse con il pc. Inizia a corrermi dietro anche lui finché non prendo un viottolo e mi nascondo dietro il portone di una casa. È stata una delle esperienze più terrificanti della mia vita. Sono rimasta una mezz’ora buona nascosta, nonostante il ritardo a lezione, cercando di fare meno rumore possibile, pensando al perché nessuno fosse intervenuto per aiutarmi in metro, io almeno lo avrei fatto, e poi pian piano sono uscita accertandomi che la via fosse libera.

Arrivata in classe, stavo malissimo, e ho raccontato l’accaduto alle due mie amiche di fiducia. Finite le lezioni, mi hanno fatto coraggio e mi hanno accompagnato a sporgere denuncia per molestie (che qua in Spagna di chiama denuncia por acoso). Per fortuna quell’ imbecille aveva scritto insulti e minacce per messaggio e tutti i suoi dati, nome, cognome, numero di telefono e indirizzo su un sito di incontri spagnolo ed è stato facile riconoscerlo ed avere delle prove. Adesso rischia dai 6 mesi ai 2 anni di carcere.

Questa storia potrà sembrare un’inutile lamentela, ma vorrei che questa mia devastante e orrenda esperienza (che non è l’unica purtroppo) servisse come esempio. Donne non abbiate paura di denunciare delle violenze, stalking o che, non rimanete nel silenzio troppo a lungo pensando che le cose si risolvano da sole, non pensate di essere abbastanza forti. Trovate il coraggio di tornare a vivere serene, la vostra vita.

Uomini: le donne non sono oggetti, ma esseri che desiderano essere amati e vogliono amare con tutte le loro forze. La violenza è inutile, non siamo semplice divertimento né sfogo per i vostri bisogni. E vice versa vale per voi donne.

Imparate tutti il significato di rispetto, per poter migliorare noi, la nostra vita e la società. La violenza che sia fisica o psicologica non risolve assolutamente nulla.


Forza, coraggio e amore, gente. La vita va vissuta, non distrutta da violenza e presunzione, né da inutili stereotipi. Gli uomini e le donne sono belle in tutte le loro forme, con la pancetta, senza capelli, con cicatrici, smagliature, occhiaie, finché dietro c’è amore. Tenetelo bene a mente e amate.


10 commenti:

  1. Una volta di più mi sento disgustato di appartenere allo stesso genere di tali individui. Una volta di più provo a chiedere scusa per le paure, le umiliazioni, le ingiustizie a cui siete sottoposte ogni giorno.
    Sono un marito e un giovane padre di (tra poco) due bambine e spesso mi preoccupo per il loro futuro, di chi sarà l'orco che dovranno temere e combattere, e se potrò aiutarle.
    Grazie a te per il tuo coraggio.

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    1. A volte leggo anche orrori che combinano le donne. Tradimenti, prese in giro e quant' altro. Purtroppo però certi livelli che raggiungono gli uomini non li ho mai visti. Io che rispetto al massimo i valori della famiglia, l'egualità verso il proprio partner e la fedeltà rimango sconcertata dal ricevere foto di padri di famiglia con i loro figli per intenerirmi e poi leggere richieste assurde, volgari. Lo trovo disgustoso e terribile allo stesso tempo.

      La sicurezza migliore per i figli sono i genitori, che nel bene o nel male ci saranno sempre a combattere con unghie e denti per il loro futuro. Ma non in tutti i casi purtroppo... il mondo cambia, fa paura, ma con coraggio e la forza di un papà e una mamma, senza mai arrendersi si può vivere felici. Congratulazioni per le bimbe!!! ;)

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  2. È Incredible che persone del genere esistano, terrificante che una donna possa sentirsi così indifesa. È il segnale che qualcosa non va nella nostra società, qualcosa di marcio che va debellato, sradicato con forza e senza alcuna esitazione.
    Su questi argomenti ho idee decisamente estreme, ma credo che le carezze non funzionino: queste sono persone che non possono stare libere in quanto non sanno restare al loro posto in una società civile.

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    1. Purtroppo è vero. Ho pensato anche molto alla reazione delle persone. Insomma, nessuno ha cercato di aiutarmi su credo 5o persone che erano in metro. È pazzesca l' indifferenza delle persone, della società. Diamine vedo uno che corre dietro a una ragazza quasi in lacrime, o che la fissa in maniera strana tutto il tempo, cercherei di aiutarla.

      Nemmeno io credo possano rimanere libere, perchè sono solo un danno. Quest' uomo, per esempio, ha una serie di precedenti per lo stesso motivo, ha rovinato la vita ad altre ragazze che però non tutte lo hanno denunciato. Quindi significa che qualcosa non funziona.

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  3. Nei social le persone si fanno i cavoli altrui senza remora, ma poi quando dovrebbero per una giusta causa, ognuno per sé.
    Una persona che si comporta in quel modo è ovviamente malata, lo scrivi tu stesso che lo ha fatto altro volte, va curata quindi. Ovvero, il solo carcere a che serve? Scontata la pena si comporterà allo stesso modo. Che si possa arrivare ad una società perfetta lo trovo impossibile, ci saranno sempre persone che commetteranno volontariamente crimini (e queste vanno punite) e quelle che li commettono perché malate (e queste vanno anche curate).
    Moralmente trovo peggiore il comportamento dell'amico che ti molesta.

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    1. La punizione purtroppo non la scelgo io: anche secondo me c'è qualcosa che non funziona, perché poi tornerà a comportarsi nella stessa maniera e non sarà servito nulla. Non mi illudo di una società perfetta, sicuramente ci saranno sempre individui malati e criminali veri e propri. Ma diciamo che, non so, mi sembrano tutti indifferenti. È raro trovare qualche buona anima che rispetti il mondo, le altre persone e non abbia in atteggiamento menefreghista. Ma chi sono io per giudicare? Secondo me bisognerebbe che tutti si facessero curare o educare in un modo o nell'altro.

      L'amico che importuna è una delle cose più brutte che possa succedere, francamente poi non capisco cosa sia 'sta moda della scopamicizia, che personalmente trovo assurda e disgustosa, ed è ancora più assurdo che certi amici lo diano per scontato che le donne debbano farsi una scopata con loro ogni tanto (parole sentite più volte). Boh, mi sembra che tutti, o quasi, si siano fumati il cervello.

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  4. Vedi, è come ti dicevo quella volta a casa tua: bisognava rivolgersi da subito alla polizia. Si iniziava con una segnalazione di stalking e così si sarebbe già da subito cominciato a prendere provvedimenti, prima ancora di arrivare alla denuncia.
    Coraggio, ricorda sempre che sei anche circondata da persone che ti vogliono bene. :)

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    1. Avevi assolutamente ragione, ho provato inutilmente a convincermi che le cose si sarebbero risolte da sole, pensando che minacciarlo di una denuncia bastasse, visto che aveva funzionato in un altro caso. Ma non capisco davvero cos' abbiano in testa certi individui per arrivare a rovinare la vita alle persone. Forse non lo capirò mai, devo solo riuscire ad andare avanti e trovare più coraggio.
      Grazie per tue parole di conforto, Marco! Mi fanno sempre piacere :)

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  5. Che brutte esperienze hai descritto, mi dispiace che ti siano capitate e spero che non te ne accadano più!
    Io sono stata più fortunata di te, finora: ho avuto solo un paio di ragazzi che hanno continuato ad insistere per un breve periodo, non accettando il mio "no", ma niente di grave, dopo un po' se ne sono fatti una ragione.
    Mi ritengo fortunata anche perché, l'unica volta che un pervertito ha tentato di strusciarsi contro di me in tram, due signore hanno iniziato a dirgli a voce alta che doveva vergognarsi e lui non ha osato riavvicinarsi a me. Dato che nella maggior parte dei casi che ho sentito raccontare nessuno fa niente, sono stata positivamente stupita.
    Questo per condividere anche le mie esperienze, sebbene non siano state così traumatiche (per fortuna).

    Riguardo al denunciare sempre, ha veramente veramente ragione. Non bisogna avere paura di denunciare, anche se a volte le forze dell'ordine potrebbero prendere qualche provvedimento in più per tutelare la vittima, ma non bisogna restare in silenzio. Siamo persone, non oggetti.

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    1. Non sono stata a descriverle tutte le cose che mi sono successe, non avrebbe avuto senso, nonostante alcune facciano davvero vomitare (come padri, sposati, che fanno di tutto per portarti a letto, che mi fanno uno schifo incredibile).
      Sei stata molto fortunata, meno male che ti hanno aiutata! È così che si dovrebbe fare! Io non so perchè mi capitino tutte queste cose, ma ritrovarsi a non riuscire più nemmeno a lavorare perchè c'è sempre qualcuno che ti importuna è snervante. Non posso vivere in un convento che diamine, una vita ce l'ho anche io, anzi ce l' abbiamo noi donne. Ed è giusto viverla al meglio.

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