Mentre lavoro per recuperare alcuni articoli che scrissi nel mio vecchio
blog, ma che sono rimasti sul mio vecchio pc ormai tristemente deceduto, vi
racconto la storia di alcuni esseri che rallegrano la mia vita. Almeno per oggi che è domenica vi salvo dai miei deliri mistici su temi più seri! Quindi vi
racconterò di Johnny!
Era una domenica pomeriggio di fine
settembre e mi ritrovavo in un paesino fuori dalla mia città. Avevo passato la
mattina a studiare con delle mie compagne di università in previsione di un
esame e ormai era arrivata l’ora di andare a prendere il treno e tornare a
casa. Era una bellissima giornata, non troppo calda, così decisi di fare due
passi fino alla fermata successiva in modo da sgranchirmi le gambe in mezzo
agli aranci.
Dopo qualche minuto che camminavo però
vidi qualcosa muoversi in mezzo alla strada, tra le macchine che passavano
senza curarsene. Era un microscopico gattino terrorizzato, che rischiava di
essere investito. Decisa a salvarlo, presi la mia giacchetta e mi catapultai in
mezzo alla strada cercando di non farmi cilindrare da qualcuno. Per fortuna
riuscii a prendere il micino e a portarlo via con me. Era davvero piccolissimo
e tremava parecchio. Così senza neanche pensarci decisi di tornare a casa di
una mia amica per chiederle aiuto, siccome era il posto più sicuro e vicino
dove lo potessi portare. Arrivata da lei ci rendemmo conto che il povero
gattino avrà avuto nemmeno un mese di vita ed era fortemente denutrito, pieno
di pulci e molto disidratato.
Decidemmo così di metterlo al caldo in
una scatolina in modo che potessi portarlo a casa mia senza troppi problemi,
dato che nella casa dove vive questa mia compagna di corso non le è consentito
tenere animali. Ma rimaneva un grande problema: dargli da mangiare. Era chiaro
che fosse ancora troppo piccolo per mangiare cibo solido e dare il latte di
mucca che beviamo tutti noi la mattina è fortemente sconsigliato, perché l’avrebbe
fatto vomitare.
Per fortuna ero a conoscenza di un
negozio per animali dietro casa mia che la domenica è aperto, così, di strada,
decisi di fermarmi per prendergli del latte apposito per gatti. E così il
microscopico micio arrivò a casa mia sano e salvo.
Dopo essersi fatto un mega scorpacciata
di latte e cibo arricchito con minerali e proteine specifico per il ricovero di
felini, bisognava portarlo dal veterinario. Come fare se la domenica sono tutti
chiusi? Mi toccava aspettare il lunedì.
Così il giorno dopo lo portai insieme a
qualche mia amica nell’ ospedale veterinario della mia facoltà, facendo morire
di tenerezza tutte le persone che vedevano questa pallina di pelo arancione
miagolante.
- - Dovrebbe avere meno di 3 settimane… è un maschietto… pesa
420 gr, ohh ma che carino! - ci disse la
veterinaria.
Dopo avergli dato pastiglie per i vermi,
Frontline per le pulci che probabilmente costituivano
metà del suo peso, me lo
riportai a casa e fu l’inizio della mia prima esperienza da mamma-gatto.
Ricordarsi di dargli da mangiare almeno 4-5
volte al giorno, tenerlo al caldo, non fargli mettere in bocca qualunque cosa
gli capiti a tiro, non farlo arrampicare in posti strani e fare attenzione a
non spiaccicarlo. Una delle cose che mi ha fatto più tenerezza di questo micio
è stato il fatto che tra me e le mie 3 compagne di università che mi hanno
aiutato e se ne sono prese cura, abbia scelto me come “mamma” senza nemmeno
esitare un attimo.
Mi insegue ovunque, si addormenta sempre
vicino o su di me, chiede espressamente coccole e adora i miei bacetti sul
muso, diventando inerte, caldo e molliccio quando inizio a riempirlo di
tenerezze.
Ma dunque perché questo articolo si
intitola “Tigrotto psicopatico con istinto omicida”? Beh per prima cosa, questo
micio pulcioso mi ricorda tremendamente Hobbes, la tigre di peluches del
fumetto “Calvin e Hobbes”. Secondo è un micio psicopatico per davvero.
Oltre ai numerosi attentati ai miei
calzini e al fatto che i miei capelli costituiscano per lui una delle più
deliziose invenzioni culinarie, uno dei giochi più divertenti oltre “mangiamo i
piedi e le mani di Anna” è costituito da “facciamo gli agguati nel sonno alla
mamma perché ho fame”. Così a orari che variano dall’ 1 alle 7 del mattino mi
trovo una palla di pelo che salta o si siede sulla mia faccia miagolando e
toccandomi con le zampette per farmi svegliare e farsi dare della pappa prima
di tornare a dormire al calduccio vicino a me.
Perché si chiama Johnny però?
Escludendo il fatto che io e i miei amici
lo abbiamo ribattezzato “little gangster”, l’idea originale era di chiamarlo
Pumkin (dall’ inglese “zucca”), ma non è un nome da gatto. Così le mie tre amiche
che mi hanno aiutato hanno iniziato a proporre svariati nomi assolutamente
assurdi e orrendi come Loki, Pussy e la traduzione di “passera” in svedese che
il mio cervello si rifiuta di ricordare. Le mie proposte erano Mr Bean e Ravel,
ma sono state bocciate, così ho proposto Johnny ed è stato accettato.
- “Ahhhh
da Johnny Bravo/Johnny Depp!!!” penserete voi.
In realtà non so nemmeno io perché mi sia
venuto in mente, ma mio cugino mi ha ricordato di John di The Mentalist.
John il Rosso, il più terrificante e
psicopatico serial killer che ci sia in questa serie. Direi dunque che la sua
variante Johnny si addice a pennello a questa piccola bestia di Satana.
E quindi ecco a voi il mio piccolo gatto!
Salvato dalla strada e con una mamma che se ne prende cura e lo riempie di cibo
e coccole. Direi che è stato fortunato :)
Ma che carino! Ho sempre desiderato un gatto, ma mia madre li odia... Quando cambierò definitivamente casa, forse...
RispondiEliminaÈ dolcissimmo! Guarda nemmeno io pensavo che mi sarei ritrovata un gatto in casa ma alla fine è arrivato da solo e non potevo non prendermene cura :)
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