sabato 25 giugno 2016

Le disavventure di uno studente in coaffitto


Quanti di voi hanno passato gli anni dell’università in collegio o affittando camere con altri studenti per contenere le spese?

Ecco io sono una di quelle persone che sta vivendo questa “meravigliosa” esperienza da ormai quasi due anni. E adesso che lo scrivo mi viene da pensare “caspita come vola il tempo!”. Mi ricordo come se fosse ieri quel fatidico 27 agosto 2014 quando mi trasferii ufficialmente a Valencia per iniziare l’università. Due anni… sono davvero passati in un soffio…


Dicevo, in questi due anni di vita lontana dalla famiglia e da casa, ho dovuto pur vivere da qualche parte. Così questa sera ho deciso di raccontarvi qualche (perché sono davvero troppe) mia disavventura come coinquilina e “novata’’ in collegio.

Come ha avuto inizio questa vita universitaria?

Beh i primi mesi in Spagna li ho passati in un collegio vicino al mare ma a quasi un’ora di treno dall’università. Era locato nel bel mezzo del quartiere universitario, tra politecnico, economia, architettura e arte, quindi vi lascio immaginare la quantità di studenti e ragazzi che giravano in quella zona.

Io non sono per niente una festaiola anzi preferisco decisamente starmene a casa a guardare un film in streaming sul pc, a leggere un libro o fare qualunque altra cosa che non sia socializzare e andare in giro mezza ubriaca tra i miei coetanei. Datemi pure della disagiata ma sono così.


Natale 2014
La mia prima sera in collegio hanno organizzato il party di benvenuto e subito mi hanno etichettata come “novata’’ cioè matricola. E si sa cosa succede alle matricole…  qui hanno inizio le mie prime esperienze del cavolo.
Sono stata trascinata a una sangriada improvvisata in mezzo alla strada, giusto per integrarmi un minimo e conoscere qualcuno, dove regalavano sangria fatta dentro un bidone dell’immondizia che Dio mio alla larga da me. Primo errore di Anna, mai rifiutare alcol gratis ed essere sobria a una festa. Il mio secondo errore fu quello di rifiutare di farmi riempire la faccia con disegni fallici e frasi o parole idiote. Terzo e fatale errore fu quello di essermene andata dopo pochissimo.
Spagnoli vi spiego una cosa: iniziare una festa alle 23 o mezzanotte quando il giorno dopo hai lezione o ti devi svegliare alle 6 per prendere il pullman del collegio, non ha senso. Ma tanto ve ne siete sempre fregati da quanto ho visto, in fondo, a che serve andare a lezione? E se bisogna andarci, perché da sobri?

Ecco dopo questa premessa potete immaginare come sia stata tarchiata dalle persone. Asociale, di poche parole, sobria e frigida perché al contrario della maggior parte delle ragazze (spagnole e francesi) non faccio a gara a quanti ragazzi mi porto a letto in un mese. Ma dico, vi sembra divertente?! Che schifo.


Tutto iniziò con persone a caso che bussavano alla porta a orari improponibili: 2,3, 4 del mattino. Gente che urlava a ogni ora, vicini che si mettevano a suonare la tromba nel mezzo della notte davanti alla tua porta, palline di carta igienica bagnata cementate contro il balcone che questa cosa mi ricordo la facevano i miei compagni alle medie. E ancora, bottiglie di birra lanciate sul mio balcone dal piano di sopra, la mia compagna di stanza che dorme mezza nuda e si dimentica cetrioli in frigo per settimane. Bom non sono più riuscita a resistere e terminato il contratto mi sono trasferita.

Sono andata a vivere con Saray, una simpatica studentessa di ingegneria civile al quarto anno, davvero molto gentile e cortese. Ma quando mai ad Anna va bene qualcosa? Pfui! Vuoi che non si trasferisca pure lei?

Così mi sono ritrovata nel mezzo di un via vai di studenti. Gente in Erasmus, francesi, spagnoli e americani che cucinano la pizza surgelata nel tostapane aggiungendoci poi ananas, wurstel, funghi, prosciutto e Dio solo sa che altro chiudendosi poi in bagno in preda a sonore coliti.

Ammetto di aver sempre avuto dei coinquilini negati completamente per la cucina. Uno per esempio aveva ben pensato di fare gli spaghetti mettendoli a bagno in acqua fredda e olio e facendo bollire il tutto per una ventina di minuti. Ovviamente poi avrà pulito il casino atroce che ha lasciato? No, mi sembra chiaro. Escludendo inoltre il lavandino sempre intasato, i contenitori del cibo lavati nel bidet e il frigo che conteneva nuove specie di vita tra muffe e cibo andato a male, non ho mai sopportato
Spagnoli e bidet.
chi mi giudica per il fatto che non esco la sera per andare alle feste con loro o chi mi prende in giro perché sono italiana.
Primo, delle tue squallide festicciole in discoteca me ne frego, meglio una bella serata tra amici, secondo il fatto che sono italiana non vuol dire che parlo male altre lingue e mangio solo spaghetti e pizza, gli stereotipi metteteveli dove dico io.
Ah e terzo, non vi presto il mio letto per divertirvi con le vostre fiamme mentre tradite la ragazza, non mi sembra nemmeno il caso di chiederlo. La prossima volte avete solo da non rompere il letto.

Ma torniamo a noi. Andare a vivere con gente sconosciuta è stata una pessima idea che rimpiango, ho imparato la lezione. Così i primi mesi dell’estate 2015 sono andata a vivere in sub affitto con un amico, giusto per avere la mia pace durante gli esami. Peccato che questo amico, per quanto fidato fosse, ha ben pensato di dichiarare il suo amore nei miei confronti e, udite udite, chiedermi se ero interessata a una cosa a tre lui, X (biondina americana nonché mia compagna di corso al tempo) e me. Questa richiesta, oltre a rendermi ancora più asociale e diffidente, mi ha discretamente sconvolta ma ho resistito le rimanenti settimane prima di tornare in Italia per le vacanze per non stressarmi a dover traslocare di nuovo, specialmente dato che ero sotto esami.

Nel frattempo mi ero messa d’accordo con delle mie compagne di corso e amiche per affittare casa insieme. Ah a settembre sarei tornata e avrei iniziato il nuovo anno in pace e tranquillità in un appartamento decente, senza inconvenienti!

Certo, come no.

Su tre ragazze con cui dovevo andare a vivere nemmeno una alla fine è stata disponibile: la prima perde il padre e torna in Italia (ritornando e ritrovandosi poi ad affittare per 100€ al mese un buco di camera in una casa con 6 tossici e una padrona di casa che truffa la compagnia elettrica), l’altra ha deciso che veterinaria non fa per lei e torna in Finlandia per fare l’infermiera. E l’ultima… beh non lo so nemmeno io che cavolo abbia combinato ma ha preferito andare a vivere con perfetti sconosciuti a 5 minuti dall’università in un paesino lontano da tutto e tutti.

E così a settembre mi sono trovata senza un coinquilino. Bene. Sono riuscita ad andare a vivere con uno studente di odontoiatria che ha insistito per aiutarmi. Ah! Anna ci sei cascata ancora una volta! La gente non offre mai nulla per niente. Per fortuna non è stato così diretto come alcuni coinquilini precedenti, ma in ogni caso vivere in casa con una tensione incredibile non è piacevole, oltre al fatto che mi ha chiuso per sbaglio il gatto in frigo. E nel frattempo cercavo disperatamente appartamento con una mia amica, Sarah, ma ho avuto sempre riscontri negativi. Chiamo qui e “no l’appartamento è stato preso ma se vai in agenzia ti fanno vedere qualcosa di simile’’ o “pronto si? Ti richiamiamo noi’’, ma quando mai.Tra agenzie che cercano di truffarmi e padroni di casa che danno via la casa a chi preferiscono, mi sono molto demotivata.


Johnny con le mie rosse.
Finché, per colpa di quell’imbecille di coinquilino che esce dopo di me e lascia le chiavi nella porta, rimango chiusa fuori casa. La mia amorevole vicina ottantenne, Rosa, consapevole della mia disperata ricerca mi informa che esattamente al piano inferiore si è liberata una stanza. Chiamo mi organizzo ed è fantastico! 150 m2 suddivisi in 3 camere, uno studio, due bagni, cucina salotto e in più una terrazza di 160 m2. E così mi trasferisco (per l’ennesima volta).

Ora qua forse iniziano le avventure più divertenti grazie ai coinquilini che mi sono trovata. G, plurilaureato e ricercatore israeliano, è davvero simpatico ma ha delle orrende abitudini: ha la fissa per la pulizia, peccato che sia pigro e non pulisca mai. Poi gli fanno senso i piatti sporchi, così devia su terzi il compito di metterli anche solo nella lavastoviglie. C ama dare il prosciutto al mio gatto, che adora alla follia tanto da viziarlo rimpinzandolo di cibo e addestrandolo a parlare. A, deve farmi saltare i nervi quando faccio ginnastica in terrazza fischiandomi o commentando ogni mia azione (mentre il vicino di casa mette a palla Eye of the Tiger per irritarmi ancora di più). Ma di questi solo G è rimasto vista la collaborazione lavorativa che abbiamo costruito e la reciproca asocialità che porta pace e armonia durante i fine settimana e nel frattempo si è aggiunta Sarah, la mia cara amica che però è già ripartita mollando tutto per ricominciare veterinaria in Polonia.


E con questa convivenza, cosa mi è capitato? Beh ammetto che ci sono diverse cose che mi danno sui
Ah dimenticavo l'appendino per gli asciugamani...
nervi: quando qualcuno lascia i gusci d’uovo nel lavandino, quando riescono a incasinare tutto dopo che ho appena finito di pulire, il cretino che rompe la lavatrice e che ora funziona al contrario, quando un fantasma si mangia i miei fichi senza chiedere o butta via qualcosa che mi serve, oppure l’ultimo casino fatto con il condizionatore che per poco non mi fa impazzire. G, ha infatti pensato di collegare il condizionatore della sala a camera sua perché ha troppo caldo e non riesce a lavorare o studiare. Così ha costruito una fantastica struttura che attraversa tutta casa e non funziona; per risolvere ha deciso di usare il condizionatore di camera mia senza chiedere finché poi non ha deciso di comprarne uno di seconda mano che ha collegato con un tubo che attraversa la cucina e scarica l’aria calda sul terrazzo. Geniale vero?

Dopo tutto però vivere per conto mio mi piace e ho vissuto tante belle cose negli ultimi due anni. Ma non vedo l’ora di poter tornare a casa e costruirmi una mia vita senza tubi che passano dalla cucina né gatti che rimangono chiusi nel frigo.


E ora ditemi: quali sono le peggiori esperienze di convivenza o le più divertenti che avete mai vissuto?

Lui è sempre il miglior coinquilino!

16 commenti:

  1. Non ho vissuto esperienze limite come le tue, però le comprendo benissimo. Dover condividere gli spazi con persone estranee è tremendo, specie quando non coincidono le abitudini e gli stili di vita, però tutto questo fa curriculum ed esperienza di vita. In bocca al lupo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Annalisa! Guarda, ti auguro di non viverle mai. Non è stata una buona idea vivere con sconosciuti lo ammetto, ma tutto sommato c'è chi ha avuto più sfortuna di me o chi si è trovato benissimo.
      Però hai ragione, è pur sempre esperienza :)

      Elimina
    2. Però la prossima volta stai attenta al gatto! :)

      Elimina
    3. Giuro, niente più frigo per lui! :D

      Elimina
    4. Stella... sono aancora a piede libero e significa una cosa sola... mai vissuta in convivenza ahahhaahha

      Elimina
    5. Ahahahah ma no Patricia, tu sei paziente! A momenti mi rinchiudono a me! xD

      Elimina
  2. Le mie esperienze sono state un pochino meglio delle tue, ma forse solo perché ho cambiato meno coinquilini... Ho cambiato due appartamenti e nel primo c'è sempre stata abbastanza armonia, nel secondo le cose sono peggiorate finché non ho deciso di lasciare e fare la pendolare. C'era una ragazza che faceva festa tutte le notti invece di studiare, portava sempre amici a casa e non mi lasciava dormire. Se almeno fosse andata a far festa fuori, la situazione sarebbe stata sostenibile, invece la festa era in cucina e nella camera accanto alla mia. E poi ovviamente dopo aver fatto festa non puliva e non lavava i piatti. La sporcizia dilagava anche grazie al coinquilino studente di medicina che non aveva tempo per pulire, dato che era impegnato a studiare (perché solo lui faceva una facoltà seria e gli altri ovviamente no). Il terzo coinquilino si è preso una cotta per me, quindi la combinazione non poteva essere peggiore... Spero tanto di trovare delle persone civili nel mio prossimo appartamento, sono già preoccupata!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guarda con gli spocchiosi studenti di medicina ti capisco, me ne è capitato uno uguale. Da me poi spagnoli e francesi son sempre in festa e quando vivevo con loro tornavano sempre a orari improponibili della notte e si mangiavano le mie cose in frigo senza chiedere.
      Ma forse la mia peggiore esperienza di convivenza non è stata in Spagna ma con la mia ex migliore amica (tossica): non faceva niente tutto il giorno, non alzava mai un dito per pulire perchè ''ho mal di schiena/testa - sono stanca'', criticava sempre tutto quello che facevo ma se per una volta cucinava lei o si decideva a far qualcosa allora osannava le sue opere come se fosse la migliore al mondo. Come se non bastasse mi sono sorbita le sue crisi isteriche e di astinenza per troppo tempo finchè poi non ha ben deciso di tornare insieme al mio ex ragazzo (che al tempo stava con me ancora). Inutile dire che quella è stata la mia peggiore esperienza e spero solo che non ti capiti mai e poi mai nulla del genere.
      Ma vedrai che andrà meglio, poi se hai fortuna un buon appartamento a un prezzo sensato solo per te lo puoi anche trovare :)

      Elimina
  3. Ho provato a 14 anni un collegio svizzero , era in una specie di castello . c'erano ragazzi di tutte le nazioni , dai 14 ai 18 anni.Con gli italiani facevamo gruppo,e anche se ero giovanissimo non correvo rischi.Ma lo stesso ho visto cose...La violenza era normale...I peggiori ? Gli spagnoli . Ne avevamo uno in camera , altezzoso e arrogante . Eravamo in tre nella stanza : uno svizzero
    (stranamente simpatico ) , io , e lui . Non lo abbiamo mai toccato , ma ugualmente credo che ci ricordi ancora : non certo con simpatia !

    Ma la violenza peggiore l'ho vista in Inghilterra , a Cambridge , ero "ospite



    con una decina di ragazzi , di una coppia di anziani inglesi . In casa tutto bene,
    ma la sera fuori bisognava stare molto attenti



    RispondiElimina
    Risposte
    1. Allora non è solo una mia impressione che gli spagnoli siano così. Personalmente sono anni che viaggio e mi trovo a vivere in giro o a conoscere gente nuova e il 99% degli spagnoli li ho trovati immaturi, razzisti, presuntuosi e altezzosi oltre che molto maleducati e svogliati. Ma magari mi sbaglio, in compenso ho vissuto un periodo della mia vita a Londra (prima affittando una camera a una coppia anziana Con altre persone e poi in college) lavorando come cameriera ed effettivamente la gente che gira di notte non è molto a posto (a parte gli autisti dei pullman che sono sempre molto gentili). Però tutto sommato ho imparato a diffidare dalle persone e ho fatto esperienza.

      Elimina
  4. Mamma mia! Mi hai riportata indietro nel tempo... e non è stato un viaggio piacevole, anche se le mie esperienze da studentessa fuori sede in confronto alle tue sono state una passeggiata. Che si tratti di persone che conosci già (e magari persino amiche) o sconosciuti, la convivenza è comunque dura, ci si scontra con abitudini diverse, manie o semplice mancanza di rispetto per gli spazi altrui. Il mio peggior ricordo è quando la simpaticona di turno tornava nel cuore della notte, entrava in stanza e mi accendeva la luce in faccia. E io nel migliore dei casi sognavo di stare in un casinò...
    Meglio soli, non c'è alcun dubbio. Poi quella del gatto chiuso in frigo... dio mio, poverino :(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ho avuto abbastanza sfortuna lo ammetto (ma c'è chi è in una situazione peggiore della mia). Anche andando a vivere con compagni di università non si ha la garanzia di trovarsi bene, perchè vedere qualcuno 24 ore su 24 può farti impazzire e creare problemi. Poi purtroppo si, ci sono abitudini diverse e manie che a volte sono inconciliabili.
      Anche a me succedeva in collegio, quando tornava la mia compagna di stanza ovviamente a orari improponibili della notte mi svegliava e io di tutto tono le rispondevo in inglese, spagnolo o francese senza neanche capire cosa stessi dicendo.
      Decisamente meglio vivere da soli :)

      Elimina
  5. Mah... della mia esperienza di studentessa fuori sede potrei farne un romanzo, ma non lo farò, essendo notoriamente più pigra che ambiziosa, sicché per ora posso dirti che in Italia mi sono divertita un po' meno di quanto tu abbia fatto in Spagna. Complimenti per il post. Buona giornata!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me è stato suggerito di farne una sitcom, talmente è ridicola la mia situazione! Però forse un romanzo è più d'effetto...
      Grazie mille e buona giornata anche a te ;)

      Elimina
  6. Risposte
    1. Deve aver subito qualche danno neurologico oltre agli innumerevoli traumi... guarda infatti che sguardo intelligente.

      Elimina