Quanti di voi hanno passato gli anni dell’università in
collegio o affittando camere con altri studenti per contenere le spese?
Ecco io sono una di quelle persone che sta vivendo questa
“meravigliosa” esperienza da ormai quasi due anni. E adesso che lo scrivo mi
viene da pensare “caspita come vola il
tempo!”. Mi ricordo come se fosse ieri quel fatidico 27 agosto 2014 quando
mi trasferii ufficialmente a Valencia per iniziare l’università. Due anni… sono
davvero passati in un soffio…
Dicevo, in questi due anni di vita lontana dalla famiglia
e da casa, ho dovuto pur vivere da qualche parte. Così questa sera ho deciso di
raccontarvi qualche (perché sono davvero troppe) mia disavventura come
coinquilina e “novata’’ in collegio.
Come ha avuto inizio questa vita universitaria?
Beh i primi mesi in Spagna li ho passati in un collegio
vicino al mare ma a quasi un’ora di treno dall’università. Era locato nel bel
mezzo del quartiere universitario, tra politecnico, economia, architettura e
arte, quindi vi lascio immaginare la quantità di studenti e ragazzi che
giravano in quella zona.
Io non sono per niente una festaiola anzi preferisco decisamente
starmene a casa a guardare un film in streaming sul pc, a leggere un libro o
fare qualunque altra cosa che non sia socializzare e andare in giro mezza
ubriaca tra i miei coetanei. Datemi pure della disagiata ma sono così.
Natale 2014 |
La mia prima sera in collegio hanno organizzato il party
di benvenuto e subito mi hanno etichettata come “novata’’ cioè matricola. E si sa cosa succede alle matricole… qui hanno inizio le mie prime esperienze del
cavolo.
Sono stata trascinata a una sangriada improvvisata in mezzo alla strada, giusto per integrarmi
un minimo e conoscere qualcuno, dove regalavano sangria fatta dentro un bidone
dell’immondizia che Dio mio alla larga da me. Primo errore di Anna, mai rifiutare alcol gratis ed essere sobria a
una festa. Il mio secondo errore fu
quello di rifiutare di farmi riempire la faccia con disegni fallici e frasi o
parole idiote. Terzo e fatale errore
fu quello di essermene andata dopo pochissimo.
Spagnoli vi spiego una cosa: iniziare una festa alle 23 o
mezzanotte quando il giorno dopo hai lezione o ti devi svegliare alle 6 per
prendere il pullman del collegio, non ha senso. Ma tanto ve ne siete sempre
fregati da quanto ho visto, in fondo, a che serve andare a lezione? E se
bisogna andarci, perché da sobri?
Ecco dopo questa premessa potete immaginare come sia
stata tarchiata dalle persone. Asociale, di poche parole, sobria e frigida perché
al contrario della maggior parte delle ragazze (spagnole e francesi) non faccio
a gara a quanti ragazzi mi porto a letto in un mese. Ma dico, vi sembra
divertente?! Che schifo.
Tutto iniziò con persone a caso che bussavano alla porta
a orari improponibili: 2,3, 4 del mattino. Gente che urlava a ogni ora, vicini
che si mettevano a suonare la tromba nel mezzo della notte davanti alla tua
porta, palline di carta igienica bagnata cementate contro il balcone che questa
cosa mi ricordo la facevano i miei compagni alle medie. E ancora, bottiglie di
birra lanciate sul mio balcone dal piano di sopra, la mia compagna di stanza
che dorme mezza nuda e si dimentica cetrioli in frigo per settimane. Bom non
sono più riuscita a resistere e terminato il contratto mi sono trasferita.
Sono andata a vivere con Saray, una simpatica studentessa
di ingegneria civile al quarto anno, davvero molto gentile e cortese. Ma quando
mai ad Anna va bene qualcosa? Pfui! Vuoi che non si trasferisca pure lei?
Così mi sono ritrovata nel mezzo di un via vai di
studenti. Gente in Erasmus, francesi, spagnoli e americani che cucinano la pizza
surgelata nel tostapane aggiungendoci poi ananas, wurstel, funghi, prosciutto e
Dio solo sa che altro chiudendosi poi in bagno in preda a sonore coliti.
Ammetto di aver sempre avuto dei coinquilini negati
completamente per la cucina. Uno per esempio aveva ben pensato di fare gli
spaghetti mettendoli a bagno in acqua fredda e olio e facendo bollire il tutto
per una ventina di minuti. Ovviamente poi avrà pulito il casino atroce che ha
lasciato? No, mi sembra chiaro. Escludendo inoltre il lavandino sempre
intasato, i contenitori del cibo lavati nel bidet e il frigo che conteneva
nuove specie di vita tra muffe e cibo andato a male, non ho mai sopportato
chi
mi giudica per il fatto che non esco la sera per andare alle feste con loro o
chi mi prende in giro perché sono italiana.
Spagnoli e bidet. |
Primo, delle tue squallide festicciole in discoteca me ne
frego, meglio una bella serata tra amici, secondo il fatto che sono italiana non
vuol dire che parlo male altre lingue e mangio solo spaghetti e pizza, gli
stereotipi metteteveli dove dico io.
Ah e terzo, non vi presto il mio letto per divertirvi con
le vostre fiamme mentre tradite la ragazza, non mi sembra nemmeno il caso di
chiederlo. La prossima volte avete solo da non rompere il letto.
Ma torniamo a noi. Andare a vivere con gente sconosciuta
è stata una pessima idea che rimpiango, ho imparato la lezione. Così i primi
mesi dell’estate 2015 sono andata a vivere in sub affitto con un amico, giusto
per avere la mia pace durante gli esami. Peccato che questo amico, per quanto
fidato fosse, ha ben pensato di dichiarare il suo amore nei miei confronti e,
udite udite, chiedermi se ero interessata a una cosa a tre lui, X (biondina
americana nonché mia compagna di corso al tempo) e me. Questa richiesta, oltre
a rendermi ancora più asociale e diffidente, mi ha discretamente sconvolta ma
ho resistito le rimanenti settimane prima di tornare in Italia per le vacanze
per non stressarmi a dover traslocare di nuovo, specialmente dato che ero sotto
esami.
Nel frattempo mi ero messa d’accordo con delle mie
compagne di corso e amiche per affittare casa insieme. Ah a settembre sarei
tornata e avrei iniziato il nuovo anno in pace e tranquillità in un
appartamento decente, senza inconvenienti!
Certo, come no.
Su tre ragazze con cui dovevo andare a vivere nemmeno una
alla fine è stata disponibile: la prima perde il padre e torna in Italia (ritornando
e ritrovandosi poi ad affittare per 100€ al mese un buco di camera in una casa
con 6 tossici e una padrona di casa che truffa la compagnia elettrica), l’altra
ha deciso che veterinaria non fa per lei e torna in Finlandia per fare l’infermiera.
E l’ultima… beh non lo so nemmeno io che cavolo abbia combinato ma ha preferito
andare a vivere con perfetti sconosciuti a 5 minuti dall’università in un
paesino lontano da tutto e tutti.
E così a settembre mi sono trovata senza un coinquilino. Bene.
Sono riuscita ad andare a vivere con uno studente di odontoiatria che ha
insistito per aiutarmi. Ah! Anna ci sei cascata ancora una volta! La gente non
offre mai nulla per niente. Per fortuna non è stato così diretto come alcuni
coinquilini precedenti, ma in ogni caso vivere in casa con una tensione
incredibile non è piacevole, oltre al fatto che mi ha chiuso per sbaglio il
gatto in frigo. E nel frattempo cercavo disperatamente appartamento con una mia
amica, Sarah, ma ho avuto sempre riscontri negativi. Chiamo qui e “no l’appartamento è stato preso ma se vai in
agenzia ti fanno vedere qualcosa di simile’’ o “pronto si? Ti richiamiamo noi’’, ma quando mai.Tra agenzie che cercano di truffarmi e padroni
di casa che danno via la casa a chi preferiscono, mi sono molto demotivata.
Johnny con le mie rosse. |
Finché, per colpa di quell’imbecille di coinquilino che
esce dopo di me e lascia le chiavi nella porta, rimango chiusa fuori casa. La mia
amorevole vicina ottantenne, Rosa, consapevole della mia disperata ricerca mi
informa che esattamente al piano inferiore si è liberata una stanza. Chiamo mi
organizzo ed è fantastico! 150 m2 suddivisi in 3 camere, uno studio,
due bagni, cucina salotto e in più una terrazza di 160 m2. E così mi
trasferisco (per l’ennesima volta).
Ora qua forse iniziano le avventure più divertenti grazie
ai coinquilini che mi sono trovata. G,
plurilaureato e ricercatore israeliano, è davvero simpatico ma ha delle orrende
abitudini: ha la fissa per la pulizia, peccato che sia pigro e non pulisca mai.
Poi gli fanno senso i piatti sporchi, così devia su terzi il compito di
metterli anche solo nella lavastoviglie. C
ama dare il prosciutto al mio gatto, che adora alla follia tanto da viziarlo
rimpinzandolo di cibo e addestrandolo a parlare. A, deve farmi saltare i nervi quando faccio ginnastica in terrazza fischiandomi
o commentando ogni mia azione (mentre il vicino di casa mette a palla Eye of the Tiger per irritarmi ancora di
più). Ma di questi solo G è rimasto vista la collaborazione lavorativa che
abbiamo costruito e la reciproca asocialità che porta pace e armonia durante i
fine settimana e nel frattempo si è aggiunta Sarah, la mia cara amica che però
è già ripartita mollando tutto per ricominciare veterinaria in Polonia.
E con questa convivenza, cosa mi è capitato? Beh ammetto
che ci sono diverse cose che mi danno sui
nervi: quando qualcuno lascia i gusci
d’uovo nel lavandino, quando riescono a incasinare tutto dopo che ho appena
finito di pulire, il cretino che rompe la lavatrice e che ora funziona al
contrario, quando un fantasma si mangia i miei fichi senza chiedere o butta via
qualcosa che mi serve, oppure l’ultimo casino fatto con il condizionatore che
per poco non mi fa impazzire. G, ha infatti pensato di collegare il
condizionatore della sala a camera sua perché ha troppo caldo e non riesce a
lavorare o studiare. Così ha costruito una fantastica struttura che attraversa
tutta casa e non funziona; per risolvere ha deciso di usare il condizionatore
di camera mia senza chiedere finché poi non ha deciso di comprarne uno di
seconda mano che ha collegato con un tubo che attraversa la cucina e scarica l’aria
calda sul terrazzo. Geniale vero?
Ah dimenticavo l'appendino per gli asciugamani... |
Dopo tutto però vivere per conto mio mi piace e ho
vissuto tante belle cose negli ultimi due anni. Ma non vedo l’ora di poter
tornare a casa e costruirmi una mia vita senza tubi che passano dalla cucina né
gatti che rimangono chiusi nel frigo.
E ora ditemi: quali sono le peggiori esperienze di
convivenza o le più divertenti che avete mai vissuto?
Lui è sempre il miglior coinquilino! |
Non ho vissuto esperienze limite come le tue, però le comprendo benissimo. Dover condividere gli spazi con persone estranee è tremendo, specie quando non coincidono le abitudini e gli stili di vita, però tutto questo fa curriculum ed esperienza di vita. In bocca al lupo!
RispondiEliminaCiao Annalisa! Guarda, ti auguro di non viverle mai. Non è stata una buona idea vivere con sconosciuti lo ammetto, ma tutto sommato c'è chi ha avuto più sfortuna di me o chi si è trovato benissimo.
EliminaPerò hai ragione, è pur sempre esperienza :)
Però la prossima volta stai attenta al gatto! :)
EliminaGiuro, niente più frigo per lui! :D
EliminaStella... sono aancora a piede libero e significa una cosa sola... mai vissuta in convivenza ahahhaahha
EliminaAhahahah ma no Patricia, tu sei paziente! A momenti mi rinchiudono a me! xD
EliminaLe mie esperienze sono state un pochino meglio delle tue, ma forse solo perché ho cambiato meno coinquilini... Ho cambiato due appartamenti e nel primo c'è sempre stata abbastanza armonia, nel secondo le cose sono peggiorate finché non ho deciso di lasciare e fare la pendolare. C'era una ragazza che faceva festa tutte le notti invece di studiare, portava sempre amici a casa e non mi lasciava dormire. Se almeno fosse andata a far festa fuori, la situazione sarebbe stata sostenibile, invece la festa era in cucina e nella camera accanto alla mia. E poi ovviamente dopo aver fatto festa non puliva e non lavava i piatti. La sporcizia dilagava anche grazie al coinquilino studente di medicina che non aveva tempo per pulire, dato che era impegnato a studiare (perché solo lui faceva una facoltà seria e gli altri ovviamente no). Il terzo coinquilino si è preso una cotta per me, quindi la combinazione non poteva essere peggiore... Spero tanto di trovare delle persone civili nel mio prossimo appartamento, sono già preoccupata!
RispondiEliminaGuarda con gli spocchiosi studenti di medicina ti capisco, me ne è capitato uno uguale. Da me poi spagnoli e francesi son sempre in festa e quando vivevo con loro tornavano sempre a orari improponibili della notte e si mangiavano le mie cose in frigo senza chiedere.
EliminaMa forse la mia peggiore esperienza di convivenza non è stata in Spagna ma con la mia ex migliore amica (tossica): non faceva niente tutto il giorno, non alzava mai un dito per pulire perchè ''ho mal di schiena/testa - sono stanca'', criticava sempre tutto quello che facevo ma se per una volta cucinava lei o si decideva a far qualcosa allora osannava le sue opere come se fosse la migliore al mondo. Come se non bastasse mi sono sorbita le sue crisi isteriche e di astinenza per troppo tempo finchè poi non ha ben deciso di tornare insieme al mio ex ragazzo (che al tempo stava con me ancora). Inutile dire che quella è stata la mia peggiore esperienza e spero solo che non ti capiti mai e poi mai nulla del genere.
Ma vedrai che andrà meglio, poi se hai fortuna un buon appartamento a un prezzo sensato solo per te lo puoi anche trovare :)
Ho provato a 14 anni un collegio svizzero , era in una specie di castello . c'erano ragazzi di tutte le nazioni , dai 14 ai 18 anni.Con gli italiani facevamo gruppo,e anche se ero giovanissimo non correvo rischi.Ma lo stesso ho visto cose...La violenza era normale...I peggiori ? Gli spagnoli . Ne avevamo uno in camera , altezzoso e arrogante . Eravamo in tre nella stanza : uno svizzero
RispondiElimina(stranamente simpatico ) , io , e lui . Non lo abbiamo mai toccato , ma ugualmente credo che ci ricordi ancora : non certo con simpatia !
Ma la violenza peggiore l'ho vista in Inghilterra , a Cambridge , ero "ospite
con una decina di ragazzi , di una coppia di anziani inglesi . In casa tutto bene,
ma la sera fuori bisognava stare molto attenti
Allora non è solo una mia impressione che gli spagnoli siano così. Personalmente sono anni che viaggio e mi trovo a vivere in giro o a conoscere gente nuova e il 99% degli spagnoli li ho trovati immaturi, razzisti, presuntuosi e altezzosi oltre che molto maleducati e svogliati. Ma magari mi sbaglio, in compenso ho vissuto un periodo della mia vita a Londra (prima affittando una camera a una coppia anziana Con altre persone e poi in college) lavorando come cameriera ed effettivamente la gente che gira di notte non è molto a posto (a parte gli autisti dei pullman che sono sempre molto gentili). Però tutto sommato ho imparato a diffidare dalle persone e ho fatto esperienza.
EliminaMamma mia! Mi hai riportata indietro nel tempo... e non è stato un viaggio piacevole, anche se le mie esperienze da studentessa fuori sede in confronto alle tue sono state una passeggiata. Che si tratti di persone che conosci già (e magari persino amiche) o sconosciuti, la convivenza è comunque dura, ci si scontra con abitudini diverse, manie o semplice mancanza di rispetto per gli spazi altrui. Il mio peggior ricordo è quando la simpaticona di turno tornava nel cuore della notte, entrava in stanza e mi accendeva la luce in faccia. E io nel migliore dei casi sognavo di stare in un casinò...
RispondiEliminaMeglio soli, non c'è alcun dubbio. Poi quella del gatto chiuso in frigo... dio mio, poverino :(
Io ho avuto abbastanza sfortuna lo ammetto (ma c'è chi è in una situazione peggiore della mia). Anche andando a vivere con compagni di università non si ha la garanzia di trovarsi bene, perchè vedere qualcuno 24 ore su 24 può farti impazzire e creare problemi. Poi purtroppo si, ci sono abitudini diverse e manie che a volte sono inconciliabili.
EliminaAnche a me succedeva in collegio, quando tornava la mia compagna di stanza ovviamente a orari improponibili della notte mi svegliava e io di tutto tono le rispondevo in inglese, spagnolo o francese senza neanche capire cosa stessi dicendo.
Decisamente meglio vivere da soli :)
Mah... della mia esperienza di studentessa fuori sede potrei farne un romanzo, ma non lo farò, essendo notoriamente più pigra che ambiziosa, sicché per ora posso dirti che in Italia mi sono divertita un po' meno di quanto tu abbia fatto in Spagna. Complimenti per il post. Buona giornata!
RispondiEliminaA me è stato suggerito di farne una sitcom, talmente è ridicola la mia situazione! Però forse un romanzo è più d'effetto...
EliminaGrazie mille e buona giornata anche a te ;)
Quel povero gatto...
RispondiEliminaDeve aver subito qualche danno neurologico oltre agli innumerevoli traumi... guarda infatti che sguardo intelligente.
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