giovedì 9 marzo 2017

The composer: una storia di buio


Oggi ho deciso di condividere con voi qualche mia riflessione e apprezzamento su una delle figure musicali contemporanee che ritengo di maggiore rilevanza, non solo per la sua storia quanto per l’originalità, la maestria e la passione che mette nelle sue opere.

Così, vorrei prendere qualche minuto del vostro tempo per parlarvi di Ezio Bosso.


Nel panorama classico odierno, raramente ho trovato tanta originalità e passione sorgere dalle proprie opere, nonostante ci siano grandi compositori quali Ludovico Einaudi, Michael Finnissy o Philip Glass che riescono a creare melodie bellissime.

Ciò che differenzia Bosso da molti altri nomi è la perseveranza che, se applicata a una mente geniale, può dar vita a una danza di emozioni, note e sentimenti unica, proprio come nel suo caso. Ovviamente, come molti compositori ha avuto i suoi maestri da cui ha tratto ispirazione per alcune sue opere, ma a contrario di molti casi, queste non diventano una copia o un mero esercizio di ciò che è stato appreso. Basti pensare al suo legame con i bassi che caratterizza molte sue composizioni tra cui la colonna sonora di “Io non ho paura”, tratto dall’omonimo romanzo: sono indubbiamente influenza del suo maestro austriaco Ludwig Streicher, che conobbe poco più che sedicenne, ma le similitudini sono ben poche.




La fama di bosso negli ultimi due anni, probabilmente è dovuta alla sua comparsa a Sanremo del 2016, che ha portato poi siti come “L’Huffington Post” e giornali quali “La Stampa” o “La Repubblica” a parlare di lui. La cosa che mi rattrista, è che questo suo successo sia attribuito maggiormente alle sue recenti disavventure e non piuttosto all’effettiva genialità e passione che mette in ogni singola composizione. Ha avuto un’auge mediatico pazzesco dopo l’edizione del noto (e a detta mia scialbo) programma musicale italiano, ma quante persone lo conoscevano e lo ascoltano ancora oggi effettivamente? Ben poche, questo perché sono state più le sue parole e l’apparente difficoltà che può avere nel suonare a farlo finire, per breve tempo, sulla bocca di tutti.

In quel periodo ho trovato social network intasati di video suoi a Sanremo o foto con lui in sedia a rotelle. La mia maliziosità mi ha portato spesso a chiedere a queste persone di citarmi 3 titoli di composizioni sue e coloro che mi hanno dato una risposta corretta o soddisfacente sono quasi pari a zero. Tutto questo mi ha deluso alquanto… possibile che le persone siano più influenzate dall’immagine di un musicista, un compositore piuttosto che dalle sue effettive opere?


Ezio Bosso è un maestro della musica classica che non ha avuto vita facile, specialmente negli ultimi anni dopo che gli è stato diagnosticato un tumore al cervello ed aver scoperto di soffrire di una malattia autoimmune, eventi che lo hanno limitato moltissimo e lo hanno condotto, come lui stesso afferma, in una “storia di buio”. Non essere più in grado di parlare, suonare e scrivere dopo ciò non deve essere facile: siamo esseri umani, in fondo, se venissimo privati di ogni nostra facoltà di espressione finiremmo certamente in un mare di solitudine, tristezza e depressione, in cui il mondo ci appare diverso. Il buio della dimenticanza, dell’incapacità di comunicare alla vita ciò che proviamo, le nostre difficoltà e il nostro amore per qualcosa, che sia la musica o una passione, rappresentano i più grandi vuoti che un cuore può affrontare.
"Holes in The Sky", Martin Stranka

Ed è questo che la sua musica mi trasmette: quell’emozione unica, profonda, melanconica di un essere umano rimasto solo con sé stesso, dove il mondo appare come una lontana, impalpabile cornice dei nostri pensieri.

Ogni nota diventa un grido, una parola, una sensazione dell’animo umano, di una persona che vorrebbe solo vivere, amare, sorridere. Una vita senza musica è come un corpo senz’anima, solo un’immagine che non racconta nulla e priva di emozioni.

Senza buio, non esisterebbe la luce. Senza suoni non esisterebbe la musica e, senza emozioni, non esisterebbe l’uomo. Così racconta la musica di Ezio Bosso, così racconta la vita e con sé il silenzio.


La musica comincia dove finisce il potere delle parole.

Richard Wagner



2 commenti:

  1. Non lo avevo mai sentito ma devo dire che lo trovo piacevole e interessante. Del resto sono anni che non aggiorno le mie conoscenze in materia, nonostante in una lunga fase della mia vita abbia rischiato io stesso di fare della composizione musicale la mia attività principale.

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    1. Secondo me è molto bravo, le sue composizioni più datane sono un po' più complesse ma trovo che le ultime siano cariche di emozioni. In questi anni ci sono tanti bravi compositori (dimenticavo anche Tiersen), ma pochi secondo me riescono a trasmettere certe cose.
      Non conoscevo questo tuo aspetto, ti credevo solo un amante della buona musica :) nei miei primi due anni di università lavoravo con un amico per creare whistles, che andavano a compositori e band varie in giro per il mondo, ma ho smesso ormai. Però era meraviglioso sentire cosa componevano da una tua creazione.

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